
In tremila per la Palestina. Il parallelo Hamas-partigiani divide il corteo anti Israele
Una piazza divisa. Tra chi non condanna (pochi) chi inneggia espressamente ad Hamas e chi invece fa capire chiaramente di non essere d’accordo (molti di più) con quel tipo di approccio al conflitto israelo-palestinese. La spaccatura, seppur sotto traccia, avviene alla fine del corteo che ieri pomeriggio ha animato per la quarta volta nelle ultime cinque settimane le vie della città per chiedere lo stop "al genocidio di Gaza". Sul furgone che per un paio d’ore ha fatto da apripista al serpentone con circa tremila partecipanti sale un esponente di primo piano dell’Unione democratica arabo-palestinese: si definisce "marxista" e associa Hamas ai "partigiani della Resistenza", citando l’eccidio di 560 persone compiuto dalle SS a Sant’Anna di Stazzema il 12 agosto 1944.
La reazione dei manifestanti identifica immediatamente le due anime dei pro-Palestina: una sparuta minoranza batte le mani; in tanti fischiano quel paragone choc con uno dei crimini di guerra più orribili del nazismo, mostrando così il loro dissenso. Non è stato l’unico momento in cui si è fatto riferimento all’organizzazione politica e paramilitare che si è resa responsabile dell’attacco del 7 ottobre contro Israele e che Unione Europea e Stati Uniti considerano una formazione terroristica. Sì, perché in via Noe – dopo che i partecipanti all’iniziativa partita alle 15.30 da piazza Duca d’Aosta avevano già percorso via Vitruvio, via Plinio e viale Abruzzi – uno degli organizzatori ha invitato ad abbassare "quel cartello", facendo riferimento con ogni probabilità al cartello firmato "partito marxista leninista italiano" (che aveva generato polemiche non più tardi di otto giorni fa) a sostegno di Hamas e della sua ala militare, le Brigate Ezzedin al-Qassam. "Non siamo antisemiti, siamo solo palestinesi. Nessuno deve dire che ci sono terroristi a Milano", la presa di posizione. Altri flash dal corteo, come sempre molto partecipato: slogan e cori contro Israele "Stato terrorista" e contro il suo leader Benjamin Netanyahu; scritte contro la Nato e gli Usa; inviti a boicottare i prodotti israeliani; foto di alcune delle vittime dei bombardamenti su Gaza City; minuto di silenzio finale per commemorare "i diecimila morti". La manifestazione, senza momenti di tensione e costantemente monitorata da polizia e carabinieri lungo il tragitto dalla Centrale a piazza Leonardo da Vinci, si è conclusa attorno alle 19.