Milano - Un palazzo in fiamme . Decine di famiglie in strada. La notizia più rassicurante che arriva in serata dal sindaco Giuseppe Sala: "Abbiamo contattato tutti, sono tutti in salvo: possiamo tirare un sospiro di sollievo". Il rischio che quell’edificio liquefatto dal rogo possa parzialmente venir giù, anche se i vigili del fuoco assicurano che la struttura portante in cemento armato non è stata intaccata. La certezza che il palazzo dovrà essere demolito e che tutti dovranno cercare un’altra sistemazione. La cauta risalita dei pompieri per accertarsi che nessuno sia rimasto intrappolato nelle abitazioni incandescenti. I pannelli esterni che i residenti pensavano essere ignifughi ("Così ci avevano garantito") e che invece si sono fusi "come il burro" nel giro di pochi minuti, trasformando l’avveniristica Torre dei Moro e le sue forme che ricordano una vela in un cerino. E un’indagine che dovrà accertare cosa abbia innescato il fuoco e se il rivestimento esterno sia stato realizzato a regola d’arte o se invece sia stato una concausa.
C’è tutto questo nella domenica pomeriggio da incubo di via Antonini 32, indirizzo che non entrerà nella storia di Milano come il teatro di una strage di fine estate solo perché una miracolosa evacuazione-lampo, facilitata dal periodo di vacanza e quindi dalla presenza di meno persone rispetto al resto dell’anno, ha evitato che ci fossero morti o ustionati. Ieri sera è circolata una prima ipotesi, che parlava di rogo partito proprio dalla struttura esterna, anche se è ancora presto per imboccare con decisione piste investigative che possano portare alle vere ragioni del disastro. Il capo del pool Antiterrorismo Alberto Nobili ha intanto chiarito che "nessun elemento per ora lascia supporre che possa trattarsi di un attentato"; del caso si stanno occupando il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Pasquale Addesso, che si sono recati sul posto per seguire da vicino le complicatissime operazioni di spegnimento e che hanno avuto un primo rapido confronto con i vigili del fuoco impegnati sul campo per tutta la notte. Ovviamente, le prime ore e la totalità delle attenzioni della macchina dei soccorsi sono state dedicate all’assistenza dei residenti: nessuno di loro ha riportato ustioni né ferite gravi né intossicazioni, come confermato dal bilancio diramato dal presidio medico avanzato di Areu allestito a poche centinaia di metri dal palazzo. Un bilancio giocoforza provvisorio, visto che alle 21 di ieri i pompieri erano riusciti a risalire solo al quinto piano, escludendo per quella porzione di edificio la presenza di abitanti rimasti all’interno. Le verifiche andranno avanti man mano che si riusciranno a domare le fiamme, raffreddando dall’esterno ed entrando pian piano casa per casa.
Poi si potrà entrare nel vivo dell’inchiesta. In primo luogo, gli inquirenti dovranno ricostruire con esattezza l’origine delle fiamme per verificare cosa abbia scatenato il terribile incendio; che, a giudicare da foto e video che sin dai primi minuti hanno iniziato a circolare nelle chat interne delle 70 famiglie residenti nel palazzo, è divampato al quindicesimo piano, propagandosi poi al resto della Torre dei Moro. Tra i residenti c’è anche il cantante Mahmood, vincitore dell’edizione 2019 del Festival di Sanremo, anche se non è chiaro se fosse in casa ieri (o almeno non era presente nel punto in cui si sono radunati i residenti): "Lo vedevamo sempre", assicura una ragazza. Secondo alcune testimonianze, sarebbe stato tra i primi a uscire e a mettersi in salvo. "È allucinante, stavamo per andare a fuoco anche noi", ha raccontato via social Morgan, che abita in un palazzo di fianco. Il pensiero ricorrente e al tempo stesso terribile che si rincorre con insistenza va proprio al rivestimento esterno dello stabile, che, stando a quanto immortalato in presa diretta dagli smartphone, ha fatto propagare le fiamme in un amen: "Ricordo perfettamente – fa sapere una donna – che ci avevano detto che i pannelli erano resistenti al fuoco, e invece si sono liquefatti". È proprio quella la domanda che continua a rimbombare nella testa: com’è potuto succedere? Com’è potuto succedere in un edificio di così recente costruzione, datato 2009? Parole che verranno confermate o smentite dagli accertamenti investigativi coordinati dalla Procura. Intanto, un ragazzo assicura: "Faremo causa, devono ripagare tutto quello che abbiamo perso".