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Milano - E' di ieri l’apertura di un fascicolo in procura per "disastro colposo". Dentro quel fascicolo-contenitore andranno le perizie disposte dall’aggiunto Tiziana Siciliano, capo del dipartimeno competente e le relazioni finali dei vigili del fuoco che saranno fondamentali per fare chiarezza su quanto successo domenica pomeriggio in via Antonini 32, in zona Vigentino. Da Roma, intanto, per condurre le indagini sono arrivati anche gli specialisti del Nucleo investigativo antincendi dei Vigili del Fuoco.
Il primo passo è stato quello di mettere in sicurezza il palazzo e di accertare che i pesantissimi danni strutturali non portassero a un crollo, con ulteriori e incalcolabili danni. Per ora rimasta in piedi è la struttura metallica, uno scheletro alto 18 piani che quasi sicuramente verrà demolito. Il secondo passaggio sarà quello di acquisire tutta la documentazione relativa alle modalità di costruzione del grattacielo e ai materiali utilizzati. Nelle indagini, infatti, si dovrà verificare se il materiale che è stato usato per realizzare i pannelli di rivestimento del palazzo, cioè una sorta di "cappotto termico" era indicato, all’epoca dei lavori, come ignifugo o meno. Se da un lato è vero che la costruzione è stata ultimata nel 2011, dall’altro però va tenuto conto che il progetto sulla carta risale al 2005 e l’avvio al 2006 e i parametri potrebbero essere stati diversi.
I primi accertamenti tecnici con una bozza di relazione spiegano che il sistema antincendio della Torre dei Moro, presentava diverse "criticità" e in particolare le "bocchette" dell’impianto da attivare manualmente funzionavano fino al quinto piano, non erano attive tra il quinto e il decimo, mentre hanno funzionato in parte tra il decimo e il diciottesimo piano. Le scale, invece, hanno consentito alle persone che stavano lasciando il palazzo di scendere in sicurezza, perché c’è un meccanismo che evita che il fumo possa entrare nelle scale stesse. É certo ormai che l’incendio si è originato al 15esimo pieno. Individuato anche l’appartamento da cui è partito, sarebbe in particolare una presa esterna che potrebbe, ma il condizonale è d’obbligo, aver causato anche un banale corto circuito. Poi si sarebbe generato una sorta di "effetto camino": un’aria tra l’edificio e i pannelli di rivestimento del grattacielo che ha fatto correre le fiamme e in meno di mezz’ora la “Torre dei Moro“ si è trasformata in una torcia.
Quando sarà chiaro cosa è successo, come si è innescata la fiamma e perché il fuoco ha divorato così velocemente il palazzo allora, e solo allora, si potrà parlare di responsabilità, di risarcimenti e di obblighi delle assicurazioni. Ma i tempi, è ormai chiaro che saranno molto lunghi. Per fortuna ieri gli appartamenti erano abitati solo da una trentina di persone, molti erano ancora in vacanza o fuori Milano per l’ultimo week end.