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L’accusa più pesante, caduta in prescrizione, è quella dello stupro di Franca Rame: secondo le parole del neofascista pentito Biagio Pitarresi, Angeli faceva parte del gruppo di cinque uomini incappucciati che il 9 marzo del 1973 rapirono l’attrice in via Nirone, trascinandola a forza in un furgone e violentandola. Quegli uomini le spaccarono gli occhiali, la sfregiarono con una lametta, le spensero addosso sigarette. Un piano, si disse poi, pianificato da esponenti di estrema destra per "farla pagare" alla compagna di Dario Fo. Si disse anche che quello stupro fu ispirato da alcuni ufficiali dei carabinieri. Ma non si arrivò a nessuna condanna. Il “curriculum” di Angeli, però, è ancora più corposo: è stato condannato per aver sequestrato nel 1974 l’imprenditore Giorgio Cupertino con la moglie e un dipendente, poi liberati a Chiasso dalla polizia. Nell’estate del 1991, con un travaso di gpl fece saltare il palazzo di via Maroncelli dove abitava. Un prete rimase ucciso e lui fu condannato a tre anni e mezzo di galera per omicidio colposo e detenzioni di armi da guerra, perché nel covo esploso era nascosto un arsenale. Le condanne sono arrivate pure per traffico di droga. E sulla lista sono da aggiungere gli attentati alle abitazioni dei giudici Luigi Bianchi d’Espinosa ed Emilio Alessandrini, per cui è stato indagato. Indagato anche per favoreggiamento, per aver offerto riparo a due maghrebini arrestati per lo stupro di due ragazze francesi nel 2006. Adesso è arrivato l’ennesimo arresto, eseguito dai carabinieri del Nucleo Radiomobile, per il reato d’incendio in concorso. Quando i militari sono riusciti a entrare nell’abitazione dell’egiziano insieme ai vigili del fuoco, questa era già piena di monossido di carbonio. Angeli, trovato nei paraggi, è stato subito fermato. Dalle indagini, è emerso che il sessantottenne insieme al complice Bolla, pure lui pluripregiudicato e rintracciato in serata, aveva rotto i vetri della finestra e spruzzato un liquido infiammabile nell’appartamento. Trovati e sequestrati dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Milano una bottiglia vuota di alcol, un accendino e un rotolo di carta igienica usato come innesco. Nicola Palma Marianna Vazzana