
Familiari degli ospiti della Casa per Coniugi ritirano le cose dei loro parenti
Milano – Si avvicina la prima svolta nell’inchiesta sul rogo della “Casa per Coniugi” di via dei Cinquecento a Milano, costato la vita a sei anziani ospiti della residenza in zona Corvetto. Già nelle prossime ore, sulla base delle informative di vigili del fuoco e polizia e in vista delle autopsie, potrebbero arrivare le prime iscrizioni nel registro degli indagati, nell’ambito del fascicolo per omicidio colposo plurimo e incendio colposo coordinato dall’aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Maura Ripamonti, anche per consentire ai diretti interessati di nominare consulenti di parte.
I possibili indagati
Nel mirino, con ogni probabilità, potrebbero finire inizialmente i responsabili della Rsa, gestita per conto del Comune dalla coop Proges così come la struttura "Virgilio Ferrari" di via dei Panigarola. Vale a dire la residenza gemella nel palazzo di fianco, che ora è presidiata da un mezzo dei pompieri e che è sotto stretto monitoraggio: dipendenti e fonti sindacali riferiscono che pure in quell’edificio c’erano diverse criticità "segnalate più volte", a cominciare dal malfunzionamento dell’impianto di rilevazione fumi.
Fumo libero?
Da approfondire pure il tema delle sigarette, soprattutto alla luce del fatto che proprio un mozzicone non spento avrebbe innescato l’incendio letale: in un video circolato nelle ultime ore, che pare faccia riferimento a una stanza della "Virgilio Ferrari", si vede un ospite che fuma in stanza. Gli accertamenti investigativi si stanno muovendo su un doppio binario. Quelli delegati ai poliziotti della Squadra mobile, guidati dal dirigente Marco Calì, si stanno concentrando sugli aspetti legati alla gestione delle prime concitatissime fasi dell’emergenza scattata venerdì notte: quelle che vanno dalla richiesta di aiuto via cellulare di una delle degenti della stanza 605, la sessantanovenne Nadia Rossi, alla chiamata al 112 per richiedere l’intervento dei soccorsi. È passato troppo tempo? Si poteva segnalare prima? Quanto ha pesato l’eventuale ritardo sul destino della signora Rossi, della compagna di stanza Laura Blasek e dei quattro pazienti stroncati da un’intossicazione da fumo?
La telefonata
"Sono l’operatrice della Casa per coniugi. Mi ha telefonato un’ospite che c’è fumo. Sono andata a vedere. Proprio c’è un fumo grande. Venite proprio subito a via dei Cinquecento 19. C’è un fumo pazzesco", le parole pronunciate dalla custode della Rsa nel corso della conversazione, diffusa ieri dal Tg1, con l’operatore del numero unico delle emergenze. "Ho bisogno del vostro intervento – aggiunge –. Mi ha telefonato l’ospite che c’è fumo. Poi sono andata sopra correndo per capire e ho visto al primo piano che c’era tanto fumo nella stanza. Poi sono scesa alla reception. Ho telefonato all’infermiere che vada a vedere, ma in realtà abbiamo bisogno del 115. Nella stanza di lei, dove esce tanto fumo, ci sono due persone".
Gli altri accertamenti
Gli specialisti del Nucleo investigativo antincendi dei vigili del fuoco, invece, si stanno occupando della dinamica dell’incendio, dell’impianto di rilevazione fumi e degli allarmi sonori fuori uso e del rispetto delle normative su idranti ed estintori.