All’indomani del rogo divampato all’interno della Rsa Casa per Coniugi, che ha provocato la morte di sei ospiti, proseguono gli accertamenti necessari a ricostruire la dinamica dell’incendio e, soprattutto, le sue cause.
Gli accertamenti
Questa mattina, sabato 8 luglio, in via dei Cinquecento, i vigili del fuoco del nucleo investigativo di Roma, i colleghi di Milano e gli agenti della polizia scientifica sono tornati nei locali della dimora per un nuovo sopralluogo. In particolare si starebbero concentrando sulla stanza 605 al primo piano, quella in cui ha avuto origine il rogo, partito poco dopo l’1 di notte. L’obiettivo è raccogliere elementi che consolidino la prima ricostruzione effettuata nella giornata di ieri.
Le fiamme si sarebbero innescate – sembra – per una sigaretta spenta male. Il mozzicone avrebbe attaccato le lenzuola: da qui, con estrema rapidità, si sarebbero diffuse fino ad arrivare a una bombola di ossigeno custodita nella camera. Il recipiente sarebbe esploso, accelerando la combustione. Meno probabile l’ipotesi di un corto circuito.
Per l’indagine, in questa sua parte tecnica, si farà ricorso alle tecnologie più aggiornate. “Utilizziamo un’attrezzatura che si chiama laser scanner – ha detto uno dei vigili del fuoco all’opera ai microfoni della Rai – per realizzare una mappatura in 3D della stanza. Questo sistema ci permetterà di ottenere una ricostruzione digitale” del locale, utilissima a identificare con certezza le posizioni di arredi e strumenti al suo interno. Altro dettaglio da comprendere con precisione è la temperatura raggiunta nella stanza.
La sicurezza
Un altro fronte su cui si concentrano le indagini, in questa prima fase, è quello della verifica se le condizioni di sicurezza interne alla casa di riposo, di proprietà del Comune ma gestita da una cooperativa emiliana, siano state rispettate appieno. Già ieri si è saputo – anche con il riscontro fotografico di un volantino che avvisava della situazione – dei problemi accusati dal sistema antincendio,
Ora bisognerà effettuare controlli se tutto sia andato liscio nella procedura identificata per rimediare al malfunzionamento del sistema di rilevazione fumi, ovvero la presenza sul posto – come recita il volantino firmato dalla direzione della Rsa – dalle 21 alle 7 di un “addetto di un’azienda specializzata nella lotta antincendio ad alto rischio” (in realtà erano due che si sarebbero dovuti alternare). Era effettivamente presente quando l’incendio è divampato? Ha eseguito nell’orario previsto (almeno fino allo scoppio delle fiamme) quanto pattuito nell’intesa che – si presume – è stata firmata dall’azienda con la società di gestione della Rsa? Il metodo utilizzato per sostituire il sistema antincendio era veramente una trombetta tipo quelle che venivano impiegate negli stadi? I componenti antincendio ad attivazione manuale, come gli estintori, erano perfettamente funzionanti, stante il fatto che non era prevista la presenza di uno sprinkler, il sistema automatico di estinzione a pioggia? Il Comune – proprietario, come si è detto, della struttura – cosa sapeva di questa situazione?
Tutte domande a cui cercherà di rispondere, anche attraverso una relazione che sarà depositata nei prossimi giorni, l’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, che ieri ha aperto un fascicolo – al momento contro ignoti – per l’ipotesi “di scuola” (e quindi di partenza) di omicidio colposo plurimo.
Il sindaco
Il sindaco Giuseppe Sala questa mattina è tornato in via dei Cinquecento, per un nuovo sopralluogo. Ai microfoni Rai ha parlato di “un bando aperto da tempo” (diversi mesi?) per risolvere la problematica del malfunzionamento del sistema antincendio. “I tempi della pubblica amministrazione non sono veloci e in tutta Italia sono numerose le strutture che necessitano di interventi di manutenzione straordinaria importanti”, ha affermato il primo cittadino, che poi ha ricordato come “doveva esserci la vigilanza notturna. È stata fatta sufficientemente bene? Se ci sono responsabilità chi ha sbagliato, anche il Comune, dovrà pagare”. Resta il dramma, è la chiosa di Sala, “delle sei persone morte”.
Le condizioni dei feriti
Sono stabili le condizioni di due dei pazienti più gravi. Entrambi sono ricoverati in terapia intensiva al Policlinico. L'uomo di 62 anni è intubato. La donna, di 80, è invece stata estubata ieri. Gli anziani della Casa per i Coniugi, dichiarata inagibile dai vigili del fuoco, sono stati portati o negli ospedali della rete milanese (le persone che hanno respirato le esalazioni, per le quali si necessitava un ricovero) o in altri centri dalle funzioni simili alla Rsa coinvolta dall’incendio. La situazione nei locali di via dei Cinquecento, sul fronte della sicurezza, è comunque sotto controllo.
Nel primo pomeriggio di oggi si è saputo che sono stati dimessi dagli ospedali 67 degli intossicati (sugli 81 totali portati all’ospedale). Per quanto riguarda i trasferimenti gli ospiti della Casa per Coniugi sono stati accolti in diverse strutture milanesi per anziani, come il Pio Albergo Trivulzio, il Golgi Redaelli, la Fondazione Don Gnocchi, la Fondazione Mantovani. Due hanno trovato ospitalità a Suzzara, in provincia di Mantova, nel nucleo Alzheimer.