NICOLA PALMA
Cronaca

Rogo all’ortomercato: si cerca il nordafricano “agitato”, sparito dal luogo dell'incendio

Una telecamera ha ripreso il momento in cui è stato appiccato il fuoco qualche minuto prima dell’una di ieri: individuata anche la zona dell’innesco. Accertamenti sull’attività del gestore del primo magazzino distrutto

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Milano, 21 marzo 2025 – La telecamera inquadra un uomo su un muletto, mancano pochi minuti all’una di ieri. Qualche secondo dopo, lo stesso occhio elettronico immortala il conducente che scende dal mezzo di lavoro e il momento in cui scoppia l’incendio: una vampata che infiamma alcuni bancali e che rapidamente si propaga tutt’intorno, divorando tre capannoni.

È la sequenza ricostruita dai carabinieri del Nucleo investigativo di via Moscova e della stazione Rogoredo, che stanno indagando sul rogo che ha incenerito più di duemila metri quadrati di Ortomercato, distruggendo prima un magazzino assegnato a una ditta – di proprietà di un egiziano – specializzata in riparazione e affitto di piattaforme di legno e poi i due fabbricati nella parte posteriore in concessione a "L’Orto di Jack”, società del settore ortofrutticolo che rifornisce i suoi negozi nel Nord Italia e alcuni dei più noti ristoranti milanesi.

Un rogo certamente doloso: gli specialisti del Nucleo investigativo antincendi dei vigili del fuoco hanno già individuato il luogo esatto in cui è stato innescato con una sostanza accelerante ancora da identificare con esattezza.

L’allarme partito immediatamente da via Lombroso ha generato l’intervento di quindici squadre di pompieri, che hanno innanzitutto circoscritto il perimetro dell’incendio per evitare che raggiungesse l’area dei distributori di carburante e per contenere l’altezza della nube di fumi e detriti. Il lavoro, particolarmente complesso, è andato avanti fino al mattino successivo, per poi concentrarsi sulle operazioni di smassamento e bonifica.

"Le attività del mercato stanno procedendo regolarmente”, hanno fatto sapere da Sogemi, la società che gestisce l’Ortomercato, ora impegnata "nella verifica dei danni alle strutture” e “a disposizione delle forze dell’ordine in attesa che possano venire accertare le cause dell’accaduto”.

A tal proposito, gli accertamenti dei militari sono partiti dall’acquisizione delle immagini delle numerose telecamere a presidio dell’area recintata: proprio la visione dei filmati ha consentito di cristallizzare il momento in cui è partito il rogo. Chi guidava il muletto? All’arrivo dei vigili del fuoco, lì vicino c’era un uomo descritto come nordafricano, che era molto agitato e che si sarebbe allontanato in un secondo momento; gli investigatori lo stanno cercando per capire il suo eventuale ruolo nella vicenda.

Un altro elemento da approfondire riguarda ciò che ruota attorno alla gestione del primo capannone, quello da cui è partito tutto ed evidentemente nel mirino dell’autore del raid: pare che l’attuale assegnatario, di origine egiziana, stesse per trasferirsi in un altro spazio (dopo altri spostamenti passati). Non è escluso che la soluzione del caso vada cercata proprio in questa direzione; così come non va trascurata la pista di una vendetta per uno screzio precedente.