Milano – Una famiglia distrutta in pochi secondi. Padre, madre e figlio sono rimasti soffocati dal fumo sprigionatosi dall’incendio nell’officina di via Fra Galgario 8, in zona Gambara a Milano.
Il loro appartamento al terzo piano è diventato una trappola mortale: i vigili del fuoco li hanno trovati tutti e tre a terra nel corridoio, con i volti anneriti dalla fuliggine. Non davano segni di vita. Sono stati portati in cortile, dove i soccorritori hanno provato a rianimarli in un tentativo estremo di strapparli alla morte. Ma non c’era più nulla da fare. Così se ne sono andati Silvano Tollardo, che avrebbe compiuto 67 anni il prossimo 30 agosto, la moglie Carolina De Luca, di 63, e il loro figlio Antonio, di 34.
Verosimilmente sono stati colti di sorpresa dal fumo e non è escluso che il 34enne abbia cercato di aiutare i genitori, compromettendo la possibilità di salvarsi la vita. I tre potrebbero anche aver pensato erroneamente che potesse essere più sicuro restare in casa. Quando i pompieri sono entrati nell’alloggio (la porta era chiusa), i corpi erano distesi a pochi metri.
“Abitavano in via Fra Galgario 8 da almeno 30 anni – dice chi li conosceva –. Una famiglia perbene, discreta. Non ha mai dato problemi". Il figlio Antonio era molto affezionato alla madre e al padre, "tanto che tra i suoi desideri c’era quello di risparmiare per poter comprare una casa in cui trasferirsi insieme ai genitori. Ne voleva una di proprietà, dopo una vita da inquilino (il palazzo di via Fra Galgario è di proprietà dell’Immobiliare Sanitaria Ceschina, ndr )". In tasca una laurea magistrale in Scienze e tecnologie alimentari presa all’Università Statale di Milano, da poco più di un anno lavorava per l’azienda Mipharm Spa.
“Sono un tecnologo alimentare che, nonostante la giovane età, ha avuto differenti esperienze in diversi settori dell’industria alimentare". Così si presentava su Linkedin. "Aveva studiato con mio figlio quando era piccolo: insieme hanno frequentato elementari, medie e superiori – sottolinea Giusy Cavallaro, la custode del civico 4 –. Era un ragazzo molto intelligente, sempre disponibile per gli altri".
Lo stesso dice Fabrizio Sharmukh, titolare del ristorante “Becco fino“, sempre in via Fra Galgario: "Aveva organizzato qui la sua festa di laurea. Un bravissimo ragazzo che dava anche ripetizioni a mio figlio". Ieri, a pranzo, ai clienti che gli chiedevano se conoscesse i Tollardo rispondeva: "Sì, li conoscevo benissimo. Qui erano di casa. Oggi per me è un giorno molto triste". Nunzia, la custode del civico 6, ribadisce che "Antonio era molto affezionato ai genitori e si prendeva cura di loro". Tra le passioni: il calcio. "Era un grande tifoso del Milan".
Silvano Tollardo, in base a quanto appreso dal Giorno, era in pensione da alcuni anni dopo aver lavorato come netturbino e autista di pullman. La moglie, casalinga, "non usciva mai di casa per problemi di salute". Tutti e tre hanno lasciato un segno positivo in chi li ha conosciuti. "Antonio passava sempre a salutarmi, ogni volta che tornava dal lavoro – continua Giusy Cavallaro – e anche il papà passava a scambiare quattro chiacchiere quando usciva di casa per una passeggiata".
Per loro, ieri, fuori dal portone qualcuno ha lasciato un mazzo di fiori gialli. E c’è chi li pensa da chilometri di distanza come Liliana Tosti, di 67 anni, che per 25 è stata la custode del loro stabile e che ora si è trasferita in provincia di Ancona, sua terra d’origine. "Antonio mi scriveva sempre: “Come state, tu e tuo marito?“. Si interessava a noi nonostante ormai vivessimo lontani. Io ora ho un peso sul cuore che non se ne andrà mai".