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Incendio via Antonini, cosa sappiamo del rogo che ha distrutto la Torre dei Moro

La veloce propagazione delle fiamme potrebbe essere legata al cappotto termico

Quello che resta del grattacielo di via Antonini

Fiamme e paura ieri a Milano. La quiete di una tranquilla domenica pomeriggio di ritorno dalle ferie, con la città ancora semideserta, è stata spezzata poco dopo le 17.30 da un devastante incendio che ha divorato in poche ore un grattacielo e, solo per miracolo, non ha causato vittime né feriti tra i residenti. L'edificio distrutto dal rogo è la Torre dei Moro, ai numeri civici 32 e 34 di via Antonini. Il complesso, costruito una decina di anni fa, nell'ambito di un piano di recupero del Comune di Milano è costituito da due piani interrati, adibiti ad autorimesse, posti auto, cantine e locali tecnici, da un piano fuori terra adibito ad attività commerciale, da una parte superiore in cui sono state realizzate unità immobiliari disposte su due livelli e, da una torre  residenziale di 16 piani che raggiunge i 60 metri di altezza. I residenti sono circa 150, divisi in circa 60 nuclei familiari. Dalla strada erano visibili le fiamme all'interno del grattacielo, soprattutto ai piani alti. E fino alle 4 del mattino, a circa settecento metri in linea d'aria, l'odore di fumo era piuttosto acre, tanto da costringere molti a chiudere le finestre. Le operazioni di spegnimento hanno impegnato i vigili del fuoco per oltre 12 ore, fino alle prime ore di stamani.

La facciata "si è sciolta come burro": era in Alucobond

La facciata del palazzo era rivestita con Alucobond, un materiale costituito da lamiere di alluminio, come ha spiegato l'amministratore dello stabile, Augusto Bononi: "So che stavamo verificando la possibilità di pulirlo e anche la stabilità. Le fiamme sarebbero partite dal 15esimo piano, forse per un corto circuito e si sarebbero propagate in meno di 30 minuti proprio attraverso la facciata esterna dell'edificio che, secondo il racconto dei residenti "si è sciolta come burro", con i pannelli di rivestimento "trasformati in proiettili infuocati che si staccavano dalla facciata uno dopo l'altro e saltavano per aria finendo in strada. Quegli stessi pannelli che danno all'edificio la forma delle vele di una nave e su cui ora si appunta il dubbio che non fossero ignifughi come dovevano essere. Gli ingegneri Orio Delpiano e Michele Motta che si sono occupati delle opere strutturali hanno sottolineato che: "E' bruciato il rivestimento esterno, che avrebbe dovuto essere ignifugo ma il palazzo è rimasto in piedi, la struttura ha retto".

Incendio Torre dei Moro, la facciata era in Alucobond: ecco cos'è

Inchiesta per disastro colposo: forse corto circuito

La Procura di Milano ha aperto un'indagine per disastro colposo a carico di ignoti per il rogo di via Antonini. Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, che coordina le indagini assieme al sostituto Pasquale Addesso, hanno effettuato un sopralluogo. L'edificio è stato sequestrato anche perché, sottolinea Siciliano, "ora la priorità è mettere il sicurezza il palazzo". All'origine del rogo potrebbe esserci un corto circuito: è una delle ipotesi al vaglio degli investigatori e degli inquirenti. I primi accertamenti da parte degli investigatori parlano di un "effetto camino": in sostanza, l'aria tra l'edificio e i pannelli di rivestimento del grattacielo avrebbe alimentato velocemente le fiamme facendole correre e trasformando la Torre dei Moro in una torcia.

Cos'è l'effetto camino e perché si è rivelato devastante nell'incendio di via Antonini

L'altra ipotesi

Ma già ieri il sottosegretario all'Interno, Carlo Sibilia, ha dichiarato: "L'innesco del rogo è da accertare ma sembrerebbe che la veloce propagazione delle fiamme sia legata al cappotto termico dell'edificio, il rivestimento esterno dell'edificio".

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I vigili del fuoco: "Mai vista una cosa così"

Sul posto sono intervenute 17 tra ambulanze e automediche e anche l'elisoccorso, oltre alle forze dell'ordine e ai vigili del fuoco. Solo per miracolo non ci sono state vittime né feriti. I residenti infatti si sono precipitati fuori dallo stabile appena hanno avvertito l'odore acre di bruciato. Complessivamente si sono registrati 15 intossicati lievi, nessuno dei quali trasportato in ospedaleI vigili del fuoco, dopo aver evacuato l'edificio casa per casa, hanno iniziato a spegnere le fiamme, partendo da quelle esterne e procedendo verso l'interno equipaggiati con bombole dell'ossigeno a causa dell'aria irrespirabile e densa di fumo nero. "Mai vista una cosa così" ha detto stamani Giuliano Santagata, comandante dei vigili del fuoco di Milano: "È probabile che la facciata fosse fatta di materiale molto combustile".

Lo scoppio, poi le fiamme: tutto in pochi minuti

Dalle 17.38 alle 18.05. Tutto in pochi minuti, così è bruciato il grattacielo. Dalla prima nuvola di fumo nero preceduta da uno scoppio alla facciata della Torre dei Moro divorata dalle fiamme. In pochi minuti il palazzo si è acceso come una torcia con lingue di lingue di fuoco visibili in tutta la strada e una densa colonna di fumo nero. Nell'arco di mezz'ora tutto il condominio è stato avvolto dalle fiamme. La sequenza del rogo emerge dai video girati con lo smartphone da una famiglia che vive in una villetta nel complesso interessato dell’incendio e ha trascorso la notte al Quark Hotel.

Le fasi dell'incendio di via Antonini
Le fasi dell'incendio di via Antonini

Gara di solidarietà

Già scattata la solidarietà, per le settanta famiglie sfollate, tramite le pagine Facebook dedicate alla zona, soprattutto San Gottardo Meda Montegani Social Street e Residenti Baia del Re (Montegani, Volvinio e dintorni), Mi - Social Street che si stanno attivando per raccogliere abiti e giochi per bambini per chi, nel rogo del grattacielo, ha perso tutto.