e Barbara Calderola
Ad aprire la porta sul piccolo appartamento ormai saturo di fumo è stato, l’altra sera, il fratello della vittima. Andava a trovarlo quasi ogni giorno. Quando si è reso conto della tragedia ha urlato, richiamato l’attenzione dei vicini, telefonato immediatamente ai vigili del fuoco: sono stati loro, poco dopo, a scoprire il corpo ormai senza vita dell’anziano, Antonio Venezia, classe 1935, che a breve avrebbe compiuto 90 anni, proprietario dell’abitazione. All’origine della tragedia, sembra, un corto circuito. Forse sprigionatosi da una stufetta, o da un elettrodomestico di casa. Nel cortile al civico 13 di via IV novembre, a pochi passi dal municipio e nel cuore della vecchia Gorgonzola, l’andirivieni di altri residenti. "L’appartamento è lassù - indica un vicino -. Se ci siamo accorti? Al momento no". Un odore acre di bruciato e il nastro del sequestro sulla porta di casa sono l’unico segno esterno del disastro. L’uscio si affaccia sull’ultimo ballatoio, al secondo piano del vecchio complesso di corte. Dai vetri rotti una sinistra panoramica sull’interno, completamente coperto di cenere e annerito dal fumo: un cucinino, un tavolo rotondo, la vecchia credenza. In Comune il cordoglio della sindaca Ilaria Scaccabarozzi: "Non conoscevo questo signore, e non era in alcun modo in carico ai nostri servizi. Era molto anziano, ma viveva da solo, il fratello se ne occupava e andava a trovarlo. Siamo addolorati". A uccidere Antonio, i fumi, ne aveva respirati troppi per reggere, anche se le manovre per rianimarlo sono andate avanti a lungo. La catena dei soccorsi è scattata subito, tutto si è consumato nell’appartamentino che il pensionato curava da sé, pervaso dalle esalazioni tossiche. I conoscenti sono sotto choc: "Una fine terribile", dicono sconvolti alzando lo sguardo alle finestre del secondo piano. Dietro, la camera a gas che non ha lasciato scampo al novantenne. Sotto accusa, l’impianto elettrico, molto vecchio. Sembra che il corto circuito fatale sia arrivato da lì.