
Haytam Errafi
Milano, 18 febbraio 2018 - Sarà sepolto in Marocco Haytam Errafi, il ragazzino morto per intossicazione nell’incendio divampato mercoledì nella torre di via Cogne 20 a Quarto Oggiaro. Così hanno deciso i genitori del 13enne, che venerdì sera hanno ricevuto il saluto dei residenti del quartiere nel corso di una fiaccolata di solidarietà: «Sono venute più di mille persone, tanti con una rosa bianca – ha spiegato Fabio Galesi presidente del Consiglio di Municipio 8 – e il papà e la mamma hanno ringraziato tutti».
In alcuni locali della zona è già partita una raccolta fondi per la famiglia marocchina, che ha perso tutto nel tragico rogo di qualche giorno fa. Un segnale di vicinanza è arrivato anche dal Milan, squadra del cuore di Haytam (che su Facebook aveva postato un selfie con l’attaccante croato Nikola Kalinic): «La società ha inviato una maglietta con tutti gli autografi dei giocatori per Haytam che era tifoso». Intanto, proseguono le indagini dei carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Porta Magenta, coordinati dal capitano Fabio Manzo e dal tenente Alfonso Sammaria, per accertare tutte le responsabilità dell’accaduto. Al momento, risultano indagati per incendio colposo e omicidio colposo i due inquilini dell’appartamento al decimo piano, quello da cui si sono originate le fiamme: il pm Ilaria Perinu ha iscritto il 64enne ecuadoregno Carlos Cagua e la moglie 50enne connazionale Elena Garboa, che risulta intestataria del contratto di locazione con il gestore Metropolitana Milanese.
Secondo una prima ricostruzione, al vaglio di una squadra speciale di vigili del fuoco arrivata da Roma, l’innesco dell’incendio sarebbe da ricercare nella caldaia difettosa; le fiamme sono state alimentate dal materiale accatastato sul balcone e poi dagli arredi dell’abitazione, fino a raggiungere i due piani sovrastanti. Meno probabile l’ipotesi circolata nelle prime ore del malfunzionamento di un calorifero portatile, avvalorata dalle parole della 21enne che per prima ha allertato il 112: «Ho visto dal pianerottolo la stufetta e le tende in fiamme senza avvertire nessuno scoppio». Scoppio invece percepito da più di un condomino di via Cogne. E c’è poi un’altra testimonianza importante: quella della donna che abita di fianco alla famiglia Errafi. L’inquilina ha riferito agli investigatori di essere uscita di casa quando si è accorta che stava succedendo qualcosa di grave e di aver visto Haytam sull’uscio del suo appartamento: «Poi sono rientrata per aiutare i miei genitori disabili e quando sono uscita per scappare ho visto la porta chiusa: a quel punto, ho pensato che il ragazzo si fosse già messo in salvo scendendo per le scale». Non è andata così. Forse il 13enne si è spaventato. Forse ha sottovalutato il pericolo. Fatto sta che invece di fuggire sarebbe rientrato nell’appartamento, salvo poi rifugiarsi nella vasca da bagno piena d’acqua per resistere al calore insostenibile. Lì lo hanno trovato i soccorritori, già in arresto cardiaco.