
I vigili del fuoco davanti all'ingresso della Rsa
Milano – Il volantino su carta intestata Proges inizia così: "Gentilissimi tutti, in virtù di quanto accaduto mercoledì 5 aprile 2023 che ha portato all’accesso dei vigili del fuoco in struttura, sono a comunicarvi che fino a nuova indicazione le porte Rei (tagliafuoco, ndr ) dovranno rimanere chiuse". E ancora: "Comprendo la difficoltà della gestione per lavoro e degli ospiti, ma al momento è necessario. Certa del positivo riscontro, ringrazio tutti per la collaborazione". Firmato: Claudia Zerletti, direttrice della Rsa "Casa per Coniugi" di via dei Cinquecento.
Stando a quanto risulta al Giorno , quella comunicazione era legata a un principio di incendio che si sviluppò quattro mesi fa nel seminterrato della struttura: un operatore vide fuoriuscire fumo da un cestino dei rifiuti e diede l’allarme, generando un intervento dei vigili del fuoco; il principio d’incendio, subito domato, era stato provocato da un mozzicone di sigaretta gettato lì da qualcuno. Pure in quel caso , i rilevatori di fumo installati in tutta la struttura, simili a quelli montati nelle stanze di molti alberghi, non avrebbero segnalato alcuna criticità. I racconti di chi conosce bene la residenza per anziani riferiscono che da circa due anni venivano segnalati malfunzionamenti di questo tipo.
I vertici di Proges ne erano a conoscenza e hanno informato i proprietari del Comune, "a cui spettava il ripristino dell’impianto antifumo", come messo nero su bianco in una nota: il carteggio potrebbe finire presto agli atti dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Maura Ripamonti per accertare i tempi di reazione dell’amministrazione e chiarire i termini dell’accordo che ha portato alla misura compensativa di un addetto antincendio presente dalle 19 alle 7 per far fronte al guasto dell’impianto di rilevazione fumi. Intanto, sta andando avanti il lavoro degli specialisti del Nucleo investigativo antincendi dei vigili del fuoco, che, coadiuvati con apparecchiature laser dai colleghi del Nia di Roma, stanno passando al setaccio la stanza numero 605.
Sarebbe stato un mozzicone di sigaretta spento male a far partire le fiamme vicino al letto dell’ottantaseienne Laura Blasek, poi alimentate e propagate dall’ossigeno presente in una bombola; l’alternativa è che sia stata la scintilla di un accendino a entrare in contatto con l’ossigeno che fuoriusciva dalla bombola aperta e che poi il rogo abbia coinvolto prima il punto dove si trovava Blasek e poi il letto di Nadia Rossi, che è riuscita solo a dare l’allarme al custode con il suo smartphone.
Non è detto che la sessantanovenne non abbia azionato il pulsante d’emergenza per dare l’allarme, ma anche su quel fronte fonti sindacali denunciano malfunzionamenti, retrodatandoli a circa tre anni fa: in un primo periodo, bisognava inserire una chiave per riattivare il sistema; da qualche tempo, però, era in funzione solo il richiamo visivo con luce in corridoio, mentre quello sonoro era ko. Pure su questo aspetto si concentreranno gli accertamenti dei vigili del fuoco e degli agenti della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Marco Calì, che sentiranno tutti i dipendenti della Rsa.
Anche per chiarire la gestione dei primi minuti di emergenza. Annotazioni che confluiranno in un’informativa da inviare in Procura, in vista delle prime iscrizioni del registro degli indagati. Sotto la lente anche i materiali di cui si compongono i letti della residenza e le loro qualità ignifughe.