ANDREA GIANNI
Cronaca

Incendio nella Rsa, l’allarme era una trombetta da stadio: impianto fuori uso da un mese

Milano, gli avvisi affissi all’interno della Casa per Coniugi con le istruzioni da seguire in caso di emergenza e le anomalie del rilevatore di fumi al centro dell’inchiesta sul rogo

Gli avvisi affissi all'interno della Rsa e la trombetta a gas da usare in caso di emergenza

Milano – Un avviso era stato affisso all’interno della Rsa Casa per Coniugi, alla periferia di Milano, accanto a una “tromba a gas” da usare come sirena per lanciare l’allarme in casi di emergenza “in attesa che venga completamente sistemato il segnale generale”. Un’altra comunicazione, informava il personale che “a causa di alcune problematiche degli impianti di rilevazione fumi” nel turno notturno “sarà presente in struttura un addetto di un’azienda specializzata nella lotta antincendio ad alto rischio”.

Misure tardive

Misure che, secondo fonti sindacali, sarebbero state prese solo nei giorni scorsi, mentre risalirebbero ad almeno un mese fa le prime segnalazioni, inoltrate via email alla direzione, su “incongruenze” nell’impianto antincendio.

L’inchiesta

Anomalie e malfunzionamenti che riguarderebbero sia i rilevatori dei fumi sia gli estintori e gli idranti. Elementi al centro dell’inchiesta per omicidio colposo plurimo e incendio colposo aperta dal procuratore di Milano Marcello Viola e dall’aggiunto Tiziana Siciliano. Esclusa l’ipotesi del dolo, gli accertamenti del Nucleo investigativo antincendi dei vigili del fuoco e della polizia scientifica si sono concentrati sull’innesco: il ritrovamento di un mozzicone spinge chi sta indagando a privilegiare, rispetto al cortocircuito, l’ipotesi che a generare il rogo nella stanza 605 sia stata una sigaretta spenta male; la scintilla avrebbe poi raggiunto un letto e sarebbe stata alimentata da un macchinario per l’ossigenoterapia, provocando una fiammata che ha annerito il soffitto.

Manutenzione e materiali

Sotto la lente pure la manutenzione e l’efficacia dell’impianto antincendio, le qualità ignifughe dei materiali, la tempestività dell’intervento, le eventuali negligenze da parte di chi gestisce la struttura, la cooperativa Proges, un colosso del settore.

Il Comune

La Rsa è del Comune di Milano, che ha affidato alla coop il servizio: Palazzo Marino fa sapere di aver chiesto in passato al gestore di "trovare una soluzione compensativa” su quei problemi all’impianto, in attesa del completamento della gara per un nuovo affidamento.

La chiamata della paziente

Il primo allarme è stato lanciato da una delle degenti della stanza 605, che avrebbe chiamato con il suo smartphone il custode. Per questo gli investigatori dovranno anche verificare se il pulsante d’emergenza, installato nelle camere, funzionasse correttamente e se abbia azionato sia l’allarme sonoro che quello visivo.

Otto persone per 167 degenti

Quando è scoppiato l’incendio, erano in servizio nella casa di riposo, con 167 degenti divisi su tre piani, otto persone: un infermiere, cinque Asa (Ausiliari socio assistenziali), il custode e quel tecnico di "un’azienda specializzata nella lotta antincendio” incaricato a causa delle problematiche all’impianto di rilevazione fumi messe nere su bianco nella comunicazione firmata dalla direttrice, Claudia Zerletti.

Il personale in servizio era sufficiente di fronte ai possibili rischi? L’intervento del Comune sul gestore è stato incisivo? Accertamenti complessi, che richiederanno un’analisi approfondita dei documenti e della catena di comando per individuare eventuali responsabilità.

I sindacati

"Siamo a disposizione degli organi competenti per qualsiasi informazione che possa essere utile", spiega Massimo Preziuso, responsabile Terzo settore della UilFpl di Milano che ha raccolto le segnalazioni dei delegati sindacali sulle anomalie dell’impianto. Ha assicurato la “massima collaborazione” anche Giancarlo Anghinolfi, direttore generale di Proges. Il procuratore Viola, intanto, ha rivolto un elogio a Vigili del fuoco e polizia che “nell’arco di un’ora hanno portato in salvo persone deboli e fragili e anche non in grado di camminare”.