MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Strage nella Rsa, la commozione dell’arcivescovo Delpini: “Una tragedia che lascia senza parole”

Milano, l’arcivescovo ha incontrato i fedeli della chiesa di San Michele Arcangelo e Santa Rita a pochi passi dalla Casa per Coniugi

L'arcivescovo Mario Delpini al rosario per commemorare le vittime della Rsa

Milano – “Un vescovo può portare soltanto la preghiera per i morti, per i familiari, per tutti coloro che sono coinvolti in questa tragedia. Non ci sono molte più parole da dire. Penso che la cosa sia sconcertante e io rimango senza parole”. Così si esprime l'arcivescovo Mario Delpini sul sagrato della chiesa di San Michele Arcangelo e Santa Rita prima di unirsi alla comunità in preghiera per le vittime della Rsa Casa per Coniugi di via dei Cinquecento, a pochi passi dalla parrocchia dove ora è in corso il Rosario.

L'arcivescovo Mario Delpini al rosario per commemorare le vittime della Rsa
L'arcivescovo Mario Delpini al rosario per commemorare le vittime della Rsa

“Serve il conforto per i familiari e per tutti coloro che si sono prodigati per mettere in salvo chi ha potuto essere salvato – prosegue l'arcivescovo – Serve l'incoraggiamento e il ringraziamento ai vigili del fuoco. Una tragedia così profonda ferisce i familiari prima di tutto, fa soffrire le persone direttamente coinvolte ospiti della casa e preoccupa tutti noi sulle condizioni di sicurezza”. 

I fedeli riuniti in preghiera durante il rosario per commemorare le vittime della Rsa
I fedeli riuniti in preghiera durante il rosario per commemorare le vittime della Rsa

A chi gli chiede una riflessione sui "fragili di Milano", risponde che "certamente l'evidenza di persone anziane, di persone fragili, questa tragedia la mette sotto gli occhi di tutti. Ma chi conosce Milano sa quanta fragilità, quanta povertà ma anche quante risorse ci sono per migliorare le condizioni dei più fragili. Quindi la tragedia è sempre un insulto alle capacità organizzative, all'ottimismo di facciata. Una tragedia come questa forse richiama l'attenzione dei distratti ma le persone che abitano qui, le persone che vivono in città lo sanno che c'è questa fragilità e molti se ne fanno carico. Penso che le istituzioni debbano interessarsi di questo".

“Voi che siete morti fate una carezza a chi non può più accarezzare il vostro volto ne stringere la vostra mano”, ha detto poi l'arcivescovo rivolgendosi idealmente ai sei anziani morti nel rogo. L'arcivescovo ha poi parlato dello “spaesamento di ospiti che sono stati portati in altre strutture dove nessuno li conosce e non conoscono nessuno. Tutti restano spaesati ma gli anziani più di tutti, perché sono così rassicurati dalle loro abitudini – ha proseguito – Ora come faranno dove le loro abitudini sono state sconvolte? Preghiamo per tutti coloro che dopo questa tragedia sono spaesati e smarriti”.