
I carabinieri svolgono i rilievi dopo il rogo
Milano - Ha negato fino in fondo, nonostante i carabinieri avessero già trovato ampie tracce di quello che aveva fatto. Alla fine si è dovuta arrendere, quando gli investigatori le hanno chiesto come si fosse procurata quelle evidenti ustioni alla gamba destra. Solo allora la pensionata di 66 anni, con una lunga carriera da giornalista economica molto nota e stimata, ha ammesso di aver dato fuoco prima all’auto e poi alla finestra dell’abitazione in cui risiede una vicina di casa di 73 anni, mettendo a rischio l’incolumità di tutti gli inquilini dello stabile signorile di via Friuli 51, in zona Porta Romana: le fiamme hanno raggiunto un tubo del gas, bruciandone in parte il rivestimento esterno (peraltro in un punto recentemente manutenuto dai tecnici per un guasto).
Il rischio di un’esplosione devastante per l’intera palazzina è stato molto concreto, spiega chi ha visionato il punto, e solo per un colpo di fortuna le conseguenze del folle raid si sono limitate a una macchina carbonizzata nel cortile condominiale e a una facciata annerita dal rogo. La sessantaseienne, che non risulta avere problemi mentali certificati, è stata arrestata e messa ai domiciliari dai militari della Compagnia Monforte, guidati dal capitano Silvio Maria Ponzio. Il motivo del blitz va ricercato, stando ai primi accertamenti, va cercato nell’astio che la donna covava nei confronti della vicina più anziana, che ricopre l’incarico di consigliere di condominio ed è quindi molto conosciuta nel palazzo: in particolare, alla "piromane" non sarebbero andate giù alcune decisioni prese dall’assemblea, che hanno autorizzato a maggioranza una serie di spese per lavori all’interno dell’edificio. L’allarme è scattato alle 6.10 di ieri, quando la sessantaseienne ha appiccato il doppio incendio, utilizzando liquido infiammabile e accendino poi ritrovati dai vigili del fuoco nel corso delle operazioni di spegnimento.
L’analisi delle immagini di una telecamera che punta sul punto di innesco ha immediatamente messo i carabinieri sulle tracce della pensionata. La successiva perquisizione ha tolto ogni dubbio: tra box e abitazione, i militari hanno trovato e sequestrato una tanica di cherosene, una scatola di fiammiferi "Diavolina", garze e medicinali acquistati poco prima in farmacia e il giubbotto indossato durante il raid. Come detto, la presunta autrice ha negato ostinatamente, non ammettendo inizialmente la responsabilità dell’agguato all’alba. Poi, però, è diventato quasi impossibile continuare in una difesa senza alcun presupposto. Le indagini sono ancora in corso per chiarire tutti i contorni della vicenda; e la sessantaseienne potrebbe aiutare a farlo nell’interrogatorio davanti al giudice.