Milano, 6 settembre 2019 - L'ingegner Arturo Guadagnolo, ex responsabile del servizio edilizia e urbanistica del comune di Basiglio, già arrestato nel 2018 per episodi di corruzione, è finito di nuovo nel mirino della Guardia di Finanza. Stavolta ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta sulla corruzione condotta dai finanzieri del comando provinciale di Milano, su delega del sostituto procuratore Luca Poniz. Il nucleo di polizia economico di Milano ha eseguito in tutto 10 ordinanze cautelari, una misura sospensiva dall’esercizio dai pubblici uffici di 6 mesi per Piero Angelo Riffaldi, dipendente del settore tecnico di Pieve Emanuele, e 8 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria per una serie di imprenditori e per due dipendenti del gruppo ospedaliero Humanitas di Rozzano: gli architetti Marco Gaiazzi e Renato Restelli. Le indagini hanno messo in luce diversi episodi di corruzione per l’erogazione di servizi e per la realizzazione di opere comunali.
Le indagini hanno portato alla luce nove turbative di gare di appalto per un importo complessivo di 8 milioni e 600mila euro. Anche il gruppo Humanitas risulta indagato per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. In particolare, una delle vicende al centro delle indagini riguarda la realizzazione del campus universitario a Pieve Emanuele, un polo di cura e universitario del colosso della sanità. In questo caso, secondo l’accusa, i due professionisti Gaiazzi e Restelli, che erano in rapporti stretti con Arturo Guadagnolo, avrebbero garantito (solo sulla carta) lavori di urbanizzazione per circa 3,2 milioni di euro effettuandone, in realtà, molti meno. E il dipendente comunale di Pieve Emanuele, Guadagnolo, in cambio del minor guadagno del Comune avrebbe ottenuto l’assunzione come infermiere del figlio della compagna alla Fondazione Humanitas, la promessa di altre assunzioni per suoi parenti e anche la possibilità di saltare le liste d’attesa in ospedale per lui e gli amici ogni volta che ne aveva bisogno. In un altro dei molti capi di imputazione dell’inchiesta, poi, Guadagnolo è accusato sempre di corruzione per aver ottenuto una consulenza favore del cognato ingegnere, la promessa di una casa e di 100mila euro come tangente per favorire con varianti e modifiche del piano di governo del territorio di Basiglio (una presunta turbativa d’asta), dove era all’epoca responsabile per l’edilizia in Comune, la società Green Oasis interessata ad ottenere un permesso a costruire. Trentadue gli indagati in totale nell’inchiesta per fatti che sarebbero stati commessi tra il 2015 e il 2016.