Milano – L’inchiesta sulle banche date rubati dagli hacker di Equalize continua a fare rumore tra nuovi dettagli che escono dalle oltre mille pagine dell’ordinanza della Dda di Milano, le reazioni politiche e gli sviluppi a breve dell’indagine. Se ieri è stata la giornata dei passi indietro di Enrico Pazzali e Pierfrancesco Barletta che si sono autosospesi, in quanto indagati, rispettivamente dal ruolo di presidente Fiera Milano e di vicepresidente Sea – il primo è il proprietario della società di investigazione Equalize ritenuta al centrale dello spionaggio – nelle prossime ore potrebbero arrivare novità sulle posizioni dei quattro arrestati finiti ai domiciliari: l’ex superpoliziotto Carmine Gallo in qualità di ad di Equalize e i tecnici della sua squadra, Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli. In attesa degli interrogatori di garanzia che dovrebbero essere giovedì, la Dda ha fatto ricorso al Riesame per chiedere la loro carcerazione e i domiciliari per Pazzali. Il gip Fabrizio Filice, infatti, su 16 posizioni aveva disposto solo quattro misure di domiciliari e due interdittive, non applicando alcuna custodia cautelare per l’ex presidente della Fondazione Fiera.
La posizione di Pazzali
Enrico Pazzali ha deciso di autosospendersi a tempo indeterminato dal proprio ruolo di presidente di Fondazione Fiera (soggetto del tutto estraneo alla vicenda processuale che lo vede attualmente coinvolto) in modo da poter più efficacemente e rapidamente chiarire la propria estraneità ai fatti contestatigli". Lo affermano in una nota i suoi avvocati Federico Cecconi e Fabio Giarda in merito al coinvolgimento del manager nell'inchiesta della Dda e della zona sul gruppo milanese capace di esfiltrare illegalmente decine di migliaia di informazioni sensibili e segrete dalle banche dati strategiche in uso alle forze dell'ordine. Pazzali, inoltre, fa sapere di nutrire "fiducia nell'operato della magistratura".
Il caso Raineri
Intanto, a Roma, il togato indipendente del Consiglio superiore della magistratura Andrea Mirenda ha chiesto al Comitato di presidenza di Palazzo dei marescialli l'apertura di una pratica sul magistrato Carla Raineri, attualmente presidente della prima sezione civile della Corte d'appello di Milano, il cui nome è citato nell'inchiesta. Secondo gli atti, nel 2002 Raineri avrebbe chiesto agli attuali indagati "accertamenti bancari-finanziari" sui conti del marito. Per Mirenda le notizie di stampa sulla vicenda sono "tali da sollevare legittimi interrogativi in ordine alla compatibilità ambientale-funzionale". In sostanza il consigliere chiede di verificare se ci siano gli estremi per un eventuale trasferimento d'ufficio.
Daniela Santanché
Reazioni forti proseguono nel mondo della politica attorno ai nomi eccellenti spiati. Se La Russa chiede contro a Pazzali del dossieraggio sul suo conto e quello dei suoi figli, la ministra Daniela Santanché fa lo stesso: “Oggi leggo sui giornali che c'erano anche inchieste sul mio compagno, sulla sua attività, e vorrei capire chi era interessato a sapere - spiega – mi piacerebbe sapere chi è il mandante”. "Io conoscevo" le persone coinvolte "ma in tutt'altra veste - aggiunge la ministra -, conoscevo Pazzali come presidente della Fondazione Fiera, per gli incarichi che aveva prima ma ero assolutamente all'oscuro che ci fosse un'attività di questo tipo, dove lui era partecipe".
Sicurezza nazionale a rischio
La necessità di arrestare e smantellare la presunta associazione legata a Equalize, la società accusata di dossieraggi illeciti o falsi, è motivata anche "per l'evidente pericolo che corre la sicurezza nazionale per il potere eversivo delle attività criminali del gruppo denominato via Pattari 6'' (indirizzo milanese in cui gli stessi hanno i loro uffici e la sede dei loro affari) e per il coinvolgimento di soggetti legati ad asset economici strategici per la Nazione". E' uno dei passaggi dell'informativa di quasi 3.900 pagine tra gli atti dell'inchiesta della procura di Milano.
Contatti con 007 israeliani
Nella maxi informativa dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, è scritto inoltre che nel nel febbraio 2023 Vincenzo De Marzio, l’ex carabiniere indagato nell'inchiesta sui dossieraggi illegali, avrebbe avuto un incontro, assieme a Calamucci, con “due uomini non identificati che rappresenterebbero un'articolazione dell'intelligence dello Stato di Israele”. Sempre nella stessa informativa, tra le altre cose, si ricostruisce “la presenza di soggetti legati all'Intelligence israeliana presso gli uffici di via Pattari” sede della Equalize di Enrico Pazzali e amministrata dall'ex poliziotto Carmine Gallo.
I carabinieri sono riusciti a documentare con pedinamenti e fotografie quell'incontro che, si legge nella maxi informativa da quasi 4mila pagine su vari fronti dell'inchiesta, ha dato riscontro a quanto detto da Calamucci e Gallo “circa i rapporti tra il gruppo di via Pattari ed i servizi d'intelligence italiani e stranieri”. Sono inoltre “sorti dubbi”, scrivono gli investogatori, “circa l'appartenenza passata di Gallo a settori d'intelligence di qualche tipo del nostro Paese”. La prima volta che l'ex carabiniere De Marzio “viene notato negli uffici di via Pattari" è l'8 febbraio del 2023 “quando si presenterà accompagnato da due uomini non identificati che rappresenterebbero un'articolazione dell'intelligence dello Stato di Israele”.
Inoltre Nunzio Calamucci, intercettato mentre parla con Massimiliano Camponovo, il giorno prima dell'incontro con due persone legate ai servizi segreti israeliani, gli dice: “Ci hanno fatto una proposta”. Nell’informativa i carabinieri scrivono che l'hacker “conferma e spiega come abbiano già fruttato al gruppo 40mila euro” e che “ora in gioco vi è una commessa da un milione di euro”. Dice Calamucci: “Mi han proposto un lavoretto da un milione!”. E più avanti: “Metà dei dati li hanno dati al Vaticano, l'altra metà gli servono per combattere Wagner”. E ancora: “Hanno tutti i documenti originali del Qatar Gate”.
Atti riservati Eni
Sono stati poi individuati anche “atti riservati di Eni Spa” negli uffici a Milano, dove ha sede Equalize, la società di investigazione al centro dell'indagine della Dda e della Dna su una presunta rete di cyber-spie e che ha portato ai domiciliari il suo ad, l'ex ispettore di polizia, Carmine Gallo, e sotto inchiesta anche il proprietario, Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera che si è autosospeso. Come si legge nelle carte, nei locali della società, oltre a “un vero e proprio 'archivio di Polizia” ci sono “numerosi” atti su Paolo Simeone, “noto youtuber e contractor italiano”, ma anche “atti riservati” del gruppo petrolifero. Secondo
Mandato dalla Chiesa
In una conversazione del dicembre 2022, invece, “tra le tante captate sul tema Russia e degli attacchi hacker in Italia”, il gruppo al centro dell'inchiesta della Dda di Milano “discute sulle proprie attività d'intelligence sul tema e sui ricavi che ne può ottenere anche in relazione ad un mandato che asseriscono provenga direttamente dalla Chiesa». Negli atti degli investigatori si parla anche di una “ttività del gruppo (secondo alcune intercettazioni acquisite)” che «sembrerebbe patrocinata da Enti Ecclesiastici”.
Indagati i figli del fondatore di Bburago
Ci sono anche i fratelli Marco e Paolo Besana, figli di Mario, il fondatore della BBurago, l'azienda di modellismo, nel lungo elenco di indagati dalla Dda di Milano nell'inchiesta su un presunto gruppo di cyber-spie che è accusato di aver "esfiltrato" informazioni riservate da banche dati stategici nazionali. Come si legge nella carte dell'inchiesta i due fratelli rispondono di concorso in accesso abusivo a sistema informatico per via di questioni legate all'eredità.