Milano, 18 marzo 2025 - Da Panama a Cartagena in Colombia, dove era arrivato dallo scorso febbraio: la latitanza di “Dollarino”, uomo di spicco della malavita organizzata è finita in manette ed è un colpo pesante all'alleanza mafiosa trasversale milanese tra siciliani, calabresi e campani contrastata dall'inchiesta Hydra della Procura meneghina.

Ieri in Colombia, a Cartagena de Indias la polizia del paese sudamericano ha arrestato il latitante Emanuele “Dollarino” Gregorini, uomo di camorra nell'alleanza, tra i 153 arresti chiesti a fine 2023 dalla Dda e ritenuto "uno degli esponenti di spicco del sodalizio mafioso quale referente della componente camorrista del cosiddetto sistema mafioso lombardo", riferisce una nota del procuratore capo di Milano Marcello Viola.
Gregorini, detto "Dollarino", uomo del clan campano-romano diretto da Michele Senese, si esprimeva così in un'intercettazione dell'inchiesta Hydra della Dda milanese riportata dal Fatto quotidiano: "Qua è Milano! Non ci sta Sicilia, non ci sta Roma, non ci sta Napoli, le cose giuste qua si fanno!".
L'operazione, coordinata a livello internazionale dalla polizia, si è avvalsa anche del contributo investigativo del Reparto Operativo dei Carabinieri di Milano, che hanno localizzato l'appartamento affittato dal latitante, che era arrivato in Colombia da Panama solo il 2 febbraio scorso. Gregorini è a disposizione dell'Autorità Giudiziaria colombiana, in attesa dell'estradizione. Sequestrati i suoi telefoni e apparecchiature elettroniche.
L'arresto di Gregorini, conclude la Procura, "rappresenta un successo strategico nella lotta contro la criminalità organizzata transnazionale, confermando l'efficacia della cooperazione internazionale tra forze di polizia nel contrasto ai latitanti di rilievo".