GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

L’inchiesta sugli spioni. Enrico Pazzali si autosospende dalla Fondazione Fiera. La Russa: mi deve spiegazioni

Il presidente del Senato: “Voglio sapere chi gli ha commissionato questo dossieraggio su di me e la mia famiglia”. Fontana si dice stupito ma elogia l’ex presidente di largo Domodossola

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Enrico Pazzali, 60 anni, “dominus” in Fondazione Fiera

Milano – Enrico Pazzali si è autosospeso dalla presidenza di Fondazione Fiera Milano. I poteri passano al vice Davide Corritore, dal 2014 al 2019 presidente di MM Spa e prima ancora direttore generale del Comune sotto la Giunta Pisapia. La decisione è stata comunicata questa sera dallo stesso Pazzali nel corso di una riunione del Comitato Esecutivo di largo Domodossola, convocata intorno alle 21. Un passo di lato – non ancora indietro – deciso per potersi difendere dalle accuse mosse contro di lui dalla procura di Milano senza però creare ulteriori imbarazzi alla Fondazione. Un passo di lato divenuto inevitabile anche sul piano politico se si considera il tenore delle reazioni arrivate da esponenti di primo piano del centrodestra nazionale, quale quella di Ignazio La Russa, presidente del Senato e uomo forte di Fratelli d’Italia, che fa sapere di aspettarsi delle spiegazioni da Pazzali.

Attilio Fontana, presidente leghista della Regione Lombardia, che insieme al Comune di Milano ha potere di nomina negli enti fieristici, si è invece limitato a dirsi stupito da quanto sta emergendo a carico di Pazzali, del quale ha però elogiato le qualità manageriali. Il riferimento è, come ovvio, all’inchiesta della procura sulle attività di Equalize, la società di investigazioni che, secondo gli inquirenti, avrebbe controllato più di 800mila persone, attraverso accessi abusivi a banche dati riservate e ad indirizzi mail. Una società della quale Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano fino all’autosospensione di oggi, è socio di maggioranza. Da qui la bufera abbattutasi su di lui in questi giorni.

“Può essere una ragione economica, di curiosità o una richiesta che non si può rifiutare”: così risponde La Russa, ospite della trasmissione Rai “Cinque minuti“, a chi gli chiede se ci sia una ragione oscura dietro al dossieraggio compiuto su di lui e sulla sua famiglia. “Io su questa terza ipotesi concentro la mia attenzione, perché credo che Pazzali, se avesse potuto dire no a chi ha chiesto di dossierare me e i miei figli, probabilmente avrebbe detto no. Voglio sapere a chi non ha potuto dire no, vorrei sapere dall’interessato chi ha commissionato questo dossieraggio e credo che lui me lo debba, debba dirmelo, o dirlo ai magistrato: chi sono i mandanti”.

“La mia prima reazione – ha aggiunto La Russa – è stata di sorpresa. L’allarme è arrivato dopo, per le istituzioni e per la democrazia”, ma anche “il disgusto perché se io sono abituato ai dossieraggi contro di me, questa volta era coinvolta quasi per intero la mia famiglia, mio figlio maggiore e quello minore. Ho esaminato le date, non credo alle cose occasionali e poi che motivo avrebbe avuto? Bastava chiedere a me. Se mi avesse chiesto se i miei figli hanno procedimenti penali, io gli avrei risposto di no”.

Più cauto, come detto, il governatore Fontana: “Pazzali è una persona che ho sempre stimato e che continuo a stimare. Da presidente della Fondazione Fiera Milano ha svolto un lavoro eccellente, un ruolo che ha consentito alla Fondazione di diventare una parte fondamentale della nostra città e della nostra regione. Pensate all’ospedale in Fiera durante il Covid, all’accordo con la Rai (per il trasferimento al Portello degli studi televisivi ndr) e alle questioni delle Olimpiadi. Di questa faccenda sono stupito perché io non sapevo assolutamente nulla di queste iniziative e di queste attività”. Da qui il commento di Nicola Di Marco, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale: “Per due giorni abbiamo atteso la condanna del presidente Fontana in merito alla gravità di quanto sta emergendo sullo scandalo che ha coinvolto Pazzali, invece, dal governatore arriva un incomprensibile attestato di stima”.

Non la sola autosospensione piovuta ieri: altrettanto ha scelto di fare Pierfrancesco Barletta, ex socio di minoranza di Equalize, nel frattempo risultato tra gli indagati con l’accusa di concorso in accesso abusivo a sistema informatico per due report da lui commissionati. Barletta oggi si è autosospeso dalla carica di vicepresidente di Sea Spa, la società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa. Volto e profilo decisamente noto a Milano, Barletta è stato presidente di Milanosport, società controllata dal Comune, nonché Chief Operating Officer dell’Inter dal 2006 al 2014, ex amministratore delegato del Consorzio San Siro (oggi ribattezzato M-I Stadio. detto altrimenti: la società attraverso la quale Milan e Inter gestiscono lo stadio) e dal 2002 al 2008 segretario della Fondazione Chiama Milano, di Massimo e Milly Moratti. Dal 2020 e fino all’anno scorso lo stesso Barletta è stato anche nel Consiglio d’amministrazione di Leonardo-ex Finmeccanica.