SIMONA BALLATORE
Cronaca

Concorsi universitari truccati, tattiche e scambi di voti: "Così facevano carriera"

Già sostituito il professore sospeso alla Statale

Baroni all'università

Milano, 28 settembre 2017 - «Una carriera di anni… si deve tradurre in tattiche di secondi»: in un’intercettazione al professore della Statale di Milano, Giuseppe Marino, la fotografia amara dei concorsi di abilitazione finiti sotto la lente della Procura di Firenze. Le lezioni di Diritto tributario sono già cominciate nel Dipartimento di studi internazionali, giuridici e storico-politici di via Conservatorio: al posto del professor Marino c’è un sostituto. Da lunedì il giudice per le indagini preliminari di Firenze lo ha sospeso dall’insegnamento per 12 mesi, insieme ad altri 21 colleghi, nell’ambito dell’inchiesta «Chiamata alle Armi» che ha acceso un faro su presunti illeciti nel mondo delle università. Marino, all’epoca dei fatti, non era in commissione ma fra i candidati di prima fascia che ambivano alla tanto agognata abilitazione. Classe 1965, conosciuto e stimato anche nei panni di delegato di Confidustria all’Ocse, era in quota all’Aipdt, l’Associazione Italiana dei Professori di Diritto Tributario. È uno dei candidati che, come emerge dall’ordinanza del gip, è spesso al centro delle diatribe dei commissari accusati di trattare i rispettivi “allievi” come merce di scambio, manovrando il concorso.

Secondo l’accusa, Marino avrebbe però agito anche tramite un collega «quale intermediario fra i commissari Di Pietro da una parte e Amatuzzi e Zizzo (Giuseppe, professore alla Liuc di Castellanza, ora ai domiciliari, ndr) dall’altra, invitando questi ultimi ad abbandonare la richiesta dell’abilitazione dei candidati in prima fascia Francesco Tundo e Pietro Selicato, accettando in cambio la propria abilitazione offerta loro da Di Pietro». Nelle trattative intercettate, nello scambio di voti ricostruito dalla Procura di Firenze e anche negli scontri fra i commissari, il nome di Marino e quello di Francesco Tundo (indagato per corruzione) si intrecciano e sovrappongono più volte. Anche Tundo, nella lizza dei candidati, è stato interdetto dal gip: classe 1967, è professore all’Università di Bologna, ha uno studio anche a Milano ed è marito dell’ex assessore del Comune Francesca Balzani. Francesco Tesauro, ex professore dell’Università di Milano Bicocca in pensione dal 2015 e oggi fra gli indagati, si opporrebbe all’abilitazione di Marino e non gradirebbe neppure l’ipotesi Tundo. Giuseppe Zizzo vorrebbe entrambi.

Tundo è accusato di essere «istigatore e concorrente morale del commissario Zizzo, nonché parte dell’accordo raggiunto, tramite Zizzo, col commissario Espadafor, di conferire a quest’ultimo un incarico di visitor professor a Bologna in cambio del voto a proprio favore». Anche lui, avrebbe invitato «il professor Zizzo a trovare una sponda nel mondo romano» e ricordato al commissario «quali siano i suoi candidati ‘irrinunciabili’». I loro nomi compaiono e scompaiono nelle liste sino a quella che è stata battezzata «la soluzione Marino», e che gli stessi commissari coinvolti definiscono nelle intercettazioni della Guardia di Finanza «piano B», l’estrazione «del consiglio dal cilindro» o, ancora, «un viatico per dipanare la matassa». «L’abilitazione del candidato Marino soddisferebbe, secondo il presidente della Commissione, una serie di esigenze – si legge nell’ordinanza – risponderebbe agli interessi dei commissari, che si sono contrapposti a loro, poi chiarisce che ‘soddisfa i romani’ e infine precisa che avendo una ‘mediana tre’ la sua mancata abilitazione potrebbe essere annullata dal Tar. In sostanza – si legge nell’ordinanza – i meriti del candidato costituiscono solo una facilitazione per motivare la sua abilitazione». Ieri, intanto, si sono svolti a Firenze i primi interrogatori di garanzia. Zizzo, difeso dall’avvocato milanese Mario Zanchetti, ha risposto alle domande del gip, fornendo la sua versione dei fatti.