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Inchiesta sull’Urbanistica a Milano, il sindaco Sala: nessun rimpasto di Giunta. Mele marce? Possono esserci

“Cambi, direi di no. Anche perché mancano due anni alla fine del mandato l'ultimo semestre il lavoro per ovvi motivi si rallenta"

Inchiesta sull’Urbanistica a Milano, il sindaco Sala: nessun rimpasto di Giunta. Mele marce? Possono esserci

Milano, 6 marzo 2025 - Nessun rimpasto di Giunta dopo le inchieste sull'urbanistica che hanno portato anche all'arresto di un ex dirigente comunale.

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, esclude l’ipotesi. "Direi di no. Anche perché mancano due anni alla fine del mandato - ha detto - l'ultimo semestre il lavoro per ovvi motivi sirallenta". "Non credo che sia saggio "fare un rimpasto di giunta "e quindi credo proprio di no", ha spiegato Sala.

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Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala

Cambio negli uffici

Gli ultimi sviluppi delle inchieste sull'urbanistica con l'arresto dell'ex dirigente del Comune, Giovanni Oggioni, non fanno dubitare il sindaco Giuseppe Sala sulla condotta dei suoi funzionari in generale, anche se, ha detto, le intercettazioni "mi fanno pensare che delle mele marce ci siano". Il sindaco, rispondendo a una domanda dei giornalisti che gli chiedevano se non pensi, dopo quanto emerso, di essere "circondato da funzionari che fanno i propri interessi a casa sua”, Sala  infatti replicato "No. Da una serie di funzionari no. Mi fanno pensare che delle mele marce ci siano. Dalle ricostruzioni che tutti leggiamo, noi di fatto da un lato abbiamo sostenuto la necessità del Salva Milano, dall'altro lato, che esce dagli atti, ci eravamo già molto allineati alle contestazioni della Procura" e "abbiamo già cambiato modalità, sia nel modo in cui vengono concesse le autorizzazioni sia nei rapporti tra uffici e imprenditori" e "dalle intercettazioni sembrerebbe che questo avesse dato fastidio a qualcuno". Secondo Sala alcuni cambi negli uffici andranno fatti "necessariamente. "Ma - ha affermato - dobbiamo stare attenti ad essere anche un po’ garantisti, noi oggi abbiamo persone negli uffici che sono indagate e che continuano a fare il loro dovere. Perché il Salva Milano? Perché dicevamo in sostanza che le persone indagate hanno applicato le regole. Bisogna distinguere il fatto che possa essere indagato perché la Procura contesta l’applicazione di regole dal fatto che lo sia per ipotesi di corruzione".

Il ruolo di Oggioni

In particolare sulla figura e il ruolo di Oggioni, il sindaco ha poi sottolineato: "Non ho avuto sospetti che all’interno della struttura dirigenziale ci fosse un comportamento illecito. Voglio precisare che anche dalle ricostruzioni fatte Oggioni si muove su parti del Governo e del Parlamento, e l’avranno fatto, ma certamente non in nome del Comune ma per loro iniziativa privata e personale. Al Salva Milano hanno lavorato sempre in due, il capo della avvocatura e il capo di Gabinetto".

L’assessore Bardelli

La posizione che rimane in bilico al momento è quella dell'assessore alla Casa Guido Bardelli che è finito nelle intercettazioni della Procura e non è indagato, per frasi contro la giunta pronunciate quando non era assessore.

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"L'assessore Guido Bardelli lo vedo domani mattina e prenderemo una decisione. E' chiaro che umanamente mi dispiace perché' si è fatto apprezzare in questi mesi da tutti. Poi magari sono singole frasi che possono scappare ma è chiaro che anche lui stesso è consapevole che la situazione non è semplice. Domani mattina lo incontro e decideremo cosa fare". "L'ho preso io in Giunta, è inutile girarci attorno, perché ho sempre reputato fosse un professionista. In questi mesi, i consiglieri comunali, anche quelli un po' più' riluttanti, quasi tutto il Pd che aveva avuto qualche mal di pancia quando era stato nominato Bardelli, nelle ultime settimane mi dicevano "con lui dialoghiamo, ascolta" ed è anche stato molto rapido nel mettere in piedi il piano per i diecimila appartamenti"

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Il Salva Milano

"Che il Salva Milano non fosse in grande salute si sapeva, ma onestamente con quello che abbiamo saputo ieri mi è sembrata una cosa onesta e matura fare un passo indietro". Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala commentando la decisione del Comune di non supportare più l'iter del disegno di legge che avrebbe dovuto aiutare la città a uscire dal blocco dell'edilizia. "Negli ultimi due mesi già si stava capendo che si rischiava di non andare da nessuna parte - ha concluso -, ho detto più volte che era strano che ci volessero 12 mesi per una definizione di regole". 

La telefonata con Schlein

"Ieri sera ho sentito la segretaria del Pd Elly Schlein, siamo stati a lungo al telefono ed è stata una telefonata di grande supporto. Ne sono molto contento". "Le ho spiegato la situazione e lei mi ha spiegato la posizione del Pd. È stata un'ottima telefonata - ha aggiunto -, i rapporti in politica non sono mai totalmente sereni, però riconosco a Elly Schlein il ruolo e riconosco che lei è il capo della parte politica a cui faccio riferimento". "Per cui per me è fondamentale continuare a tenere i rapporti e poi umanamente non ci tengo a litigare con nessuno, tanto meno con la segretaria. È importante per me e per Milano che il rapporto col Pd, senza condizionamenti reciproci, continui a funzionare".