Marianna Vazzana e Federica Zaniboni
Cronaca

Javier Zanetti e l’inchiesta sulle Curve: “Con gli ultrà rapporti cordiali. Mai parlato di indagini in corso”

Il vice presidente dell’Inter ascoltato come persona informata sui fatti. Il suo nome è in un’intercettazione del capo dei tifosi arrestato. L’ex capitano nerazzurro nega di aver avvertito i vertici della Nord

Javier Zanetti, 51 anni, è vice presidente dell’Inter: da calciatore ne fu una bandiera

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Milano – È arrivato il giorno dell’audizione di Javier Zanetti, vicepresidente dell’Inter, il cui nome è affiorato in alcune intercettazioni dell’inchiesta ’Doppia curva’ che ha azzerato i vertici delle curve di San Siro, con 19 arresti. Zanetti, non indagato, è stato sentito ieri pomeriggio per oltre un’ora – mercoledì era toccato all’allenatore nerazzurro Simone Inzaghi, ascoltato sempre come persona informata sui fatti – in un ufficio di polizia dagli investigatori della Squadra Mobile di Milano come testimone, in particolare su due questioni: i biglietti per la finale di Champions League giocata a Instanbul e la presunta ’soffiata’ a favore della curva Nord.

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Stando a quanto risulta, Zanetti ha risposto a tutte le domande degli investigatori e ha chiarito le due questioni, spiegando di conoscere da anni alcuni degli indagati in virtù della sua presenza trentennale all’Inter, prima come calciatore e poi come dirigente, e di aver raccolto nel tempo istanze e lamentele, senza aver tuttavia mai ricevuto minacce né pressioni. Questo il tenore delle sue risposte, secondo indiscrezioni.

Sulla ’vicenda biglietti’, Zanetti viene tirato in ballo in questa conversazione: “Parlo con Ferri, con Zanetti, con Marotta (...) gli dico...che ho parlato con te e che tanto avevi già parlato con Ferri e Zanetti”, rispondeva Inzaghi a Ferdico, uno dei leader arrestati, il quale chiedeva che il club aumentasse la quota di ticket da assegnare alla curva per la trasferta di Istanbul.

Gli ultras ottennero, poi, i 1500 biglietti che volevano. Dopo aver ascoltato le istanze di Ferdico, Inzaghi, come ha messo a verbale nella sua deposizione, disse alla società che “c’era bisogno di qualche biglietto in più” per la finale, perché la squadra aveva bisogno di supporto e non si poteva permettere un altro sciopero del tifo. “Rappresentai – ha chiarito Inzaghi – alla società, alla dirigenza, ma non ricordo a chi, la richiesta di Ferdico”. Poi, mandò un messaggio al capo ultrà scrivendogli “ho fatto quello che dovevo fare”.

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Ferdico – ha spiegato il numero due del club – “mi accennò la questione” biglietti, ossia quelli che voleva la curva (1500) per la finale di Champions del 2023. “Io ne parlai con la base della dirigenza, non con Marotta”, ha aggiunto l’ex capitano, chiarendo che la “situazione” dei ticket, comunque, era già nota alla società e che lui non aveva “compiti esecutivi nel board”. Zanetti ha riferito di non aver subito mai pressioni, minacce, intimidazioni e che parlava con i capi curva, li vedeva quando andavano ad Appiano Gentile anche per sostenere la squadra o per dei video o altri appuntamenti, ma sempre in un clima “tranquill

Quanto alla seconda questione, alla fine di maggio del 2023, Ferdico parla al telefono con un ex campione interista, Marco Materazzi. I due discutono dei biglietti e Ferdico spiega di essere stato avvisato da Zanetti del monitoraggio sulle curve da parte delle forze dell’ordine “anche per l’accaduto che è successo al povero Vittorio, che è morto tragicamente in strada”. Vittorio è Vittorio Boiocchi, ex leader sugli spalti, ucciso il 29 settembre 2022 sotto casa nel quartiere Figino, alla periferia ovest di Milano, da due killer con casco integrale, in sella a una moto di grossa cilindrata.  Venerdì si continua: gli investigatori dovrebbero ascoltare, sempre come persona informata sui fatti, anche il capitano del Milan Davide Calabria.