REDAZIONE MILANO

Incidenti ferroviari in Lombardia. I deragliamenti a Livraga e Pioltello, con 5 vittime

Un Frecciarossa si schiantò a Livraga, nel Lodigiano, il 6 febbraio 2020: morti i due macchinisti. La sciagura di Pioltello nel 2018 fu dovuta a 23 centimetri di rotaia sostenuta da un pezzo di legno: morirono 3 passeggere. A Maleo una sbarra alzata ad un passaggio a livello costò la vita ad una 34enne

Dall'alto alcune immagini relative alla sciagura ferroviaria di Pioltello, con le tre vittime e il dettaglio del giunto rotto. Sotto il recupero dei resti del Frecciarossa a Livraga

Milano, 31 agosto 2023 – In Lombardia sono due i casi più recenti di gravi incidenti ferroviari con delle vittime e con forti ripercussioni anche sulla viabilità. Mentre oggi la circolazione è bloccata tra Milano e Torino, con pesanti disagi, a causa dell’incidente di questa mattina avvenuto sulla linea tradizionale tra Settimo e Chivasso, in Piemonte, che ha portato alla morte di 5 operai, il ricordo in Lombardia torna alle 5 vittime delle due principali sciagure ferroviarie degli ultimi anni.

L’ultima in ordine di tempo si è verificata nel Lodigiano 8 giorni prima che esplodesse la pandemia da Covid che, in un certo senso, poco dopo, col lockdown, è servita a ridurre i disagi legati agli spostamenti tra Nord e Sud Italia ma anche a livello regionale, dato che i treni ad alta percorrenza erano costretti a transitare sulle linee ordinarie.

Si tratta del Frecciarossa che il 6 febbraio 2020 è deragliato all’altezza del comune di Livraga, tra Lodi e Piacenza. 

Frecciarossa a Livraga, 6 febbraio 2020

La tragedia ferroviaria era avvenuta nel paese della Bassa Lodigiana, sulla linea dell’Alta velocità, alle 5.30 del 6 febbraio 2020.

La motrice del Frecciarossa 9595 Milano-Salerno mentre percorreva il tratto tra Ospedaletto Lodigiano e Livraga deragliò su un binario morto e andò a sbattere contro una palazzina delle manutenzioni.

La seconda carrozza si ribaltò su un fianco, rimanendo però sui binari. Il resto del treno, invece, restò in linea.

Due vittime, 10 feriti

Dieci persone, tra le 32 a bordo in quel momento, erano rimaste ferite seriamente, mentre i due macchinisti - Giuseppe Cicciù, 51enne di Cologno Monzese (Milano), e Mario Dicuonzo, 59enne di Pioltello (Milano) - persero la vita sul colpo.

2 condanne e il processo il 9 febbraio 2024

A processo sono finiti in 14. Le ipotesi di reato comprendono l’omicidio colposo, le lesioni gravi colpose e il disastro ferroviario. Sono stati prosciolti gli ex amministratori delegati di Rfi, Maurizio Gentile, e di Alstom Ferroviaria, Michele Viale, insieme ad altri tre imputati. In tre invece avevano optato per il rito abbreviato: condannati i due operai che, secondo la ricostruzione delle indagini, poche ore prima del deragliamento, installarono, a propria insaputa, sullo scambio numero 5 del Posto movimento Livraga, un attuatore difettoso; assolto invece il loro formatore. 

I due operai sono stati condannati a tre anni di reclusione; è una prima sentenza, in attesa che si apra, il 9 febbraio 2024, il processo ordinario per altri 5 imputati. Si tratta, in ambito Alstom, dell’operaio interinale che si ritiene abbia effettuato il cablaggio errato, il 6 giugno 2018, e l’operatore del banco di collaudo, che firmò la scheda attestante la regolarità del prodotto, oltre a due quadri ritenuti responsabili dei processi di progettazione e di produzione di quel tipo di componenti. Sul fronte di Rete ferroviaria italiana è stato invece rinviato a giudizio un funzionario che risulta avesse la responsabilità di sovrintendere ai protocolli delle procedure di manutenzione degli scambi, nei quali, secondo l’accusa, quel tipo di difetto non era stato previsto.

Treno pendolari a Pioltello, 25 gennaio 2018

Tre donne morte e 46 feriti è il tragico bilancio dell’incidente ferroviario verificatosi all’altezza della stazione di Pioltello il 25 gennaio 2018 quando un convoglio Trenord con a bordo 350 persone, pendolari partite da Cremona per andare a scuola o al lavoro a Milano, deraglia tre minuti prima delle sette del mattino.  Il treno era partito da Cremona alle 5.32 e sarebbe dovuto arrivare a Milano Porta Garibaldi alle 7.24. 

Secondo le accuse della Procura quello che avvenne fu provocato dalla rottura di un pezzo di 23 centimetri di rotaia, nel punto in cui il binario era già stato segnalato come usurato dagli operai. Solo che invece di provvedere rapidamente alla sua sostituzione, i capi avevano dato indicazione di rinforzarlo con uno zoccolo di legno che lo sostenesse.

“Ad agosto 2017 ho preso l’iniziativa di mandare ai miei superiori un elenco di attività urgenti da fare su quella tratta – ha dichiarato in una delle udienze Francesco Raffo, dal 2003 capo tecnico dell’unità di manutenzione Rfi sulla tratta – e non ho mai ricevuto risposta. Mi dicevano di stare tranquillo. A ottobre 2017 abbiamo fatto un sopralluogo con un’impresa, ma non è successo nulla". Il risultato quattro mesi dopo, con la rottura della rotaia e le tre passeggere morte sopra il treno spezzato a metà. 

Da sinistra: Pierangela Tadini, Ida Milanesi e Giuseppina Pirri
Da sinistra: Pierangela Tadini, Ida Milanesi e Giuseppina Pirri

Le tre vittime a Pioltello

Una delle vittime era Alessandra Giuseppina Pirri, impiegata di 39 anni che fece in tempo a chiamare la madre, Laura Trio: “Il treno è fuori dai binari. Ho paura, ho paura". Ventinove secondi in cui la madre risponde: "Nasconditi, scappa via di lì". Inutile. Pirri, 39 anni, di Capralba, fu la più giovane delle tre vittime della sciagura di Pioltello.

L’altra vittima fu Ida Maddalena Milanesi, 61 anni di Caravaggio, la cittadina bergamasca dove la donna, neurologa al Besta di Milano, viveva con il marito Marco Tagliaferri, anche lui medico, e la figlia Valentina, studentesse di medicina. La terza vittima fu Pierangela Tadini

Rfi: “Colpa degli operai”

“Colpa degli operai”. E le segnalazioni su quel giunto usurato che fecero già mesi prima che il binario si spezzasse? "Vennero spedite via e-mail ed evidentemente si persero. Avrebbero dovuto inserirle nel sistema informativo dell’azienda e saremmo intervenuti di sicuro". Parola di Umberto Lebruto, direttore della Direzione produzione di Rfi e di Vincenzo Macello, direttore della Direzione territoriale produzione di Milano, due degli otto manager e tecnici di Rfi  imputati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo per la tragedia avvenuta a Pioltello. Lo hanno dichiarato in udienza lo scorso 5 luglio 2023

Per la procura, quello di Pioltello fu un disastro ferroviario causato da una lunga serie di omissioni nella manutenzione e nella sicurezza, dovute alla sola volontà di risparmiare sulle spese da parte di Rfi. Gli operai sono stati sentiti dai giudici solo come testimoni ed avevano ripetuto che sostituire il giunto usurato poteva concludersi "in circa tre ore e mezza di lavoro" con l’interruzione del traffico sulla linea. Ma per ritardi, lungaggini protratte per mesi e carenza di personale, non era mai stato fatto. "Per cambiare un giunto ci vogliono almeno sei o otto persone – avevano spiegato – non potevamo farlo noi". Infatti le unità "sono state potenziate" solo dopo l’incidente del 2018. 

Maleo, ferragosto 2020

Il passaggio a livello in cui è morta travolta da un treno il Ferragosto del 2020 la giovane Elisa Conzadori di Pizzighettone dovrebbe divenire presto soltanto un brutto ricordo. Così come il suo "gemello" presente in paese. Lo avevano chiesto a gran voce i sindaci di Maleo e Pizzighettone. È infatti prevista la soppressione dei passaggi a livello posti ai chilometri 4+225 e 5+944, della linea Codogno Cremona – Mantova. Uno è quindi quello teatro dell’incidente di Ferragosto di qualche anno fa, l’altro è vicino al cimitero e interessa soprattutto il passaggio di ciclisti e di mezzi diretti alla piazzola ecologica. Ora è stata convocata la conferenza dei servizi sul progetto di Rete ferroviaria Italiana, che prevede la realizzazione di due sottopassaggi proprio a Maleo. L’ha indetta l’amministratore delegato e direttore generale di Rfi, con proprio provvedimento, il 31 luglio scorso. 

Ragazza uccisa al passaggio a livello  "Chiediamo giustizia per Elisa"
Ragazza uccisa al passaggio a livello "Chiediamo giustizia per Elisa"

La 34enne, che rientrava dal lavoro, morì sul colpo, sotto gli occhi di alcuni automobilisti, mentre attraversava i binari con la propria auto: la sbarra era alzata e dunque la donna aveva attraversato senza dubbi. Per il fascicolo d’indagine è stata presentata una richiesta di archiviazione, ma c’è l’urlo di dolore dei familiari, che chiedono giustizia.