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"Incostituzionale il decreto sicurezza". Due avvocati sollevano l’eccezione

Il decreto legge Sicurezza, approvato dal Governo ed entrato in vigore l’11 aprile, è "incostituzionale" per "mancanza delle ragioni...

Da sinistra gli avvocati Mauro Straini e Eugenio Losco

Da sinistra gli avvocati Mauro Straini e Eugenio Losco

Il decreto legge Sicurezza, approvato dal Governo ed entrato in vigore l’11 aprile, è "incostituzionale" per "mancanza delle ragioni di necessaria e straordinaria urgenza per la decretazione governativa". È l’eccezione sollevata, con richiesta di invio degli atti alla Consulta (una delle prime di questo genere) proposte subito dopo l’approvazione, da due avvocati milanesi, i legali Eugenio Losco e Mauro Straini, in un processo per direttissima a carico di due arrestati per resistenza a pubblico ufficiale.

Il decreto, infatti, ha introdotto una nuova aggravante se "il fatto è commesso nei confronti di un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza con l’aumento di pena fino alla metà". Aggravante che potrebbe essere applicata, dunque, in questo processo milanese, ma i legali hanno chiesto in aula alla giudice di sollevare questione di illegittimità costituzionale del decreto Sicurezza davanti alla Consulta. La giudice Ilaria Simi si è riservata fino all’udienza fissata per il 26 maggio.

Due sono a processo, dopo l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale, perché sarebbero fuggiti in macchina ad un posto di blocco e poi erano stati fermati dalle forze dell’ordine e avrebbero reagito con calci e pugni. Il "preambolo del decreto", scrivono gli avvocati nella loro eccezione di legittimità costituzionale, "non indica in alcun modo quale siano le ragioni di straordinaria urgenza fattuali poste a fondamento della decretazione d’urgenza". Mancano, dunque, secondo i legali, i "requisiti" per la "emissione del decreto", ossia le "straordinarie ragioni di necessità ed urgenza".

Le motivazioni, scrivono i difensori, "che hanno indotto il Governo ad appropriarsi del testo, sono state enunciate lo stesso 9 aprile. La "tempistica parlamentare" è stata "la reale motivazione a giustificazione del provvedimento d’urgenza e non ragioni fattuali di straordinaria necessità e urgenza".