
Addetti Amazon all’interno dello stabilimento di Cividate al Piano
Milano – Non c’è pace per Amazon. A tre giorni dal sequestro d’urgenza di oltre 121 milioni di euro ad Amazon Italia Transport, nell’ambito del fascicolo del tutto autonomo su presunti "serbatoi di manodopera", emerge ora una nuova inchiesta per dichiarazione infedele e omessa dichiarazione dei redditi sulla multinazionale dell'e-commerce. La Procura di Milano con la Guardia di Finanza di Monza indaga su fatti commessi da Amazon a partire dal 2019. Il fascicolo assegnato al pm Elio Ramondini è iscritto con le ipotesi di reato di dichiarazione infedele e omessa dichiarazione. Gli accertamenti a cui collabora anche l'Agenzia dell'Entrate puntano - da quanto appreso - alla ricostruzione dell'attività di business di Amazon per verificare se rispetti la normativa tributaria di riferimento.
Una delle società del gruppo risulta indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, così come alcune persone fisiche. L'inchiesta, in realtà è stata aperta nel 2021 dopo alcuni controlli di routine, ma è venuta a galla solo in questi giorni.
Da quanto si è saputo, le Fiamme Gialle, nell'indagine in corso sulla presunta evasione fiscale, in passato hanno anche effettuato perquisizioni e acquisizioni e stanno ricostruendo, a partire dal 2019, la tipologia di business del colosso statunitense, a partire dalla suddivisione dei venditori e tracciando i percorsi della merce, per verificare se sia o meno stata rispettata la normativa relativa a tasse e imposte, come dazi doganali o Iva. Al momento, gli accertamenti puntano a verificare se sia stata commessa o meno qualche violazione e poi, nel caso, si procederà a quantificare l'eventuale ammontare della presunta evasione. La Gdf sta lavorando in tandem con l'Agenzia delle Entrate, anche se, va sottolineato, al momento non c'è alcun procedimento che faccia pensare a un contenzioso fiscale già aperto.