
Tommaso Foti (FdI), Maurizio Lupi (Noi Moderati), Alessandro Morelli (Lega): alcuni dei politici citati negli atti d'indagine
Milano, 5 marzo 2025 – Bufera sull’Urbanistica milanese: molti degli indagati nell’inchiesta che sta facendo tremare Palazzo Marino avevano contatti ad altissimo livello, con politici attivi sulla scena nazionale. L’obiettivo? Spingere per una rapida approvazione del decreto Salva Milano, il documento che – ufficialmente – dovrebbe servire a sbloccare una serie di progetti edificatori in stallo.
Anche se il parere dei pm pare diverso. Quella legge, sostengono i magistrati, avrebbe dovuto “tutelare” il sistema corruttivo in cui avrebbero sguazzato gli indagati, a partire dell’architetto Giovanni Oggioni (ai domiciliari), ex vice presidente della commissione Paesaggio del Comune guidato dal sindaco Beppe Sala.
L’aggancio con Foti
Le interlocuzioni degli indagati con parlamentari ed esponenti dei partiti sono insistenti. Il dato emerge dagli atti della procura di Milano che, da tempo, vede una serie di filoni sui presunti abusi edilizi che hanno stravolto alcuni edifici in città.
Le indagini, affidate ai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, restituiscono un quadro della presunta speculazione edilizia che sta cambiando lo skyline del capoluogo lombardo, ma mostrano anche il tentativo di indirizzare la politica.
In un'intercettazione del 24 ottobre 2024 Marco Emilio Cerri, ex componente della commissione Paesaggio, parla con un avvocato amministrativista del testo 'Salva Milano' “e dice che arriva 'direttamente dalla Camera, cioè da Lupi'”.
Cerri rappresenta che si parla della prima bozza e che gli hanno richiesto di esprimere in merito opinioni e afferma "che ha dato lui il testo al relatore del disegno di legge, onorevole Tommaso Foti', oggi ministro delle Politiche europee, del Sud e del Pnrr al posto di Raffaele Fitto, "in accordo con 'Guido' (Bardelli, assessore alla Casa del Comune di Milano non indagato)". L'architetto rivendica la paternità sostenendo di averlo redatto lui nel mese di febbraio.
Il contatto con Lupi
Dalle indagini tecniche emerge che il 21 novembre 2024, c'è un contatto telefonico tra l'indagato Mario Cerri, architetto ed ex componente della Commissione paesaggio, e l'utenza intestata all'onorevole Maurizio Lupi (Noi Moderati).
Lo stesso giorno la Camera approva in aula la proposta di legge in materia urbanistica ed edilizia. Proprio in quella seduta, come riportato negli atti, c'è un intervento di Lupi.
Di più. In un altro filone d'indagine per un progetto immobiliare in via Lamarmora che vede indagato Franco Zinna, architetto ed ex direttore di Area del settore Urbanistica del Comune di Milano, e dove lo scorso novembre è stata perquisita (non indagata) Ada Lucia De Cesaris avvocata, ex vicesindaca e già assessore all'Urbanistica di Palazzo Marino spuntano altri nomi.
Abboccamenti con la Lega
Zinna - secondo quanto emerge dalle intercettazioni - "interagisce attivamente con gli indagati (Oggioni, Andrea Viaroli, Carla Barone), ad esempio al telefono comunica ad Oggioni di aver parlato con l'onorevole Alessandro Morelli, della Lega (già capogruppo a Palazzo Marino, ndr), riguardo al testo della legge Salva Milano".
Per gli inquirenti appare "emblematico lo scambio di chat del 23 febbraio 2024 tra De Cesaris e Regina De Albertis (non indagata), presidente di Assimpredil Ance, in cui De Cesaris scrive che ci vuole 'un colloquio riservato ma serve lei' riferendosi alla 'presidente del Consiglio dei ministri', e alle iniziative a loro sgradite di alcuni dirigenti del Comune di modifiche del Pgt e del Regolamento edilizio e in ultima analisi, e per fermare l'indagine". Nessuno dei politici citati nelle intercettazioni risulta indagato.