Nappo*
Tramite le Indicazioni nazionali ciascuna istituzione scolastica ha un telaio entro il quale delimitare il proprio curricolo d’istituto, evitando la logica dei programmi indicati dall’alto. È un testo che si propone alle scuole autonome con una struttura semplice, scritto con linguaggio comprensibile che fornisce minime nozioni fondamentali, che considera la specificità dei diversi periodi scolastici. La concentrazione sulle specificità non deve, però, andare a scapito di una unitarietà pedagogica di supporto sulla cui base articolare e strutturare un curricolo in continuità tra i vari gradi scolastici. La prescrittività dei traguardi di competenza fa sì che scuole e insegnanti scelgano autonomamente il percorso per giungervi, ma la meta non è eludibile perché solo le competenze, così come sono spiegate e normate nel testo ministeriale, possono assicurare alle nuove generazioni di diventare adulti consapevoli. Si passa dalla trasmissione di nozioni, dati, formule e descrizioni da studiare a memoria a una co-costruzione del proprio sapere da parte degli allievi: la formula, in sintesi, è imparare in modo significativo, autonomo e responsabile facendo ricerca, sviluppando le curiosità, indicando ipotesi, collaborando. Affrontando e risolvendo i problemi insieme ai compagni. L’obiettivo che si prefigge il documento del Miur, il Ministero dell’Istruzione e del merito, è che la scuola possa davvero garantire agli studenti di avere la padronanza consapevole delle competenze chiave per fronteggiare i cambiamenti e le sfide del tempo presente, per proiettarsi al meglio nel futuro, per diventare cittadini attivi e consapevoli. Parlare di competenze di cittadinanza vuol dire anche una rinnovata attenzione all’educazione linguistica, artistica, storica, geografica, al pensiero computazionale che è un processo logico creativo. Vuol dire, in ultima analisi, offrire agli studenti strumenti idonei per affrontare il mondo.
*Direttore Scuola Freud