Milano – Il dato di fatto è che nei primi cinque mesi del 2024 le condizioni del traffico in città non sono migliorate rispetto allo stesso periodo del 2023. In tutti e cinque i casi l’indice di congestione risulta più alto rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Detto altrimenti: ad aumentare è quell’indicatore che confronta il tempo che si impiega per spostarsi da un punto all’altro della città in una determinata fascia oraria rispetto al tempo che ci si impiegherebbe in assenza di traffico. Premesso il dato di fatto, le ragioni per le quali l’indicatore aumenta non sono univoche né condivise. I numeri, allora.
A gennaio 2024 rispetto allo stesso mese del 2023 l’indice di congestione in città ha fatto segnare un più 0,9%, a febbraio un più 1,8%, a marzo di nuovo un più 0,9%, ad aprile è cresciuto del 2,1% rispetto allo stesso mese del 2023, mentre a maggio dello 0,6%. Questi numeri sono riportati in un tabella pubblicata sul sito di Amat, l’Agenzia Mobilità Ambiente Territorio controllata dal Comune. Da qui l’affondo di Carlo Monguzzi, consigliere comunale di Europa Verde da tempo critico nei confronti delle politiche della mobilità della Giunta di Giuseppe Sala.
"L’indice di congestione del traffico aumenta sia rispetto al 2023, ma anche da gennaio a maggio del 2024. Questi sono i dati reali. Il contrario delle pinzellacchere che racconta l’assessora alla Mobilità, Arianna Censi. Area B, eccellente provvedimento, così non funziona, va urgentemente riformata. E in questa direzione è molto utile la nostra mozione (il riferimento è anche ad Enrico Fedrighini, consigliere del Gruppo Mistro, ndr) per aumentare la tariffa della sosta ai Suv, come hanno fatto Parigi e Londra. Dobbiamo disincentivare le auto ingombranti e quindi inquinanti".
Della mozione si è scritto nelle scorse settimane: prevede di far pagare di più la sosta su strada a chi guida un Suv o una berlina di grandi dimensioni e grossa cilindrata, a prescindere dalla residenza. Il rincaro varrebbe sia per i milanesi sia per chi arriva da fuori. Obiettivo: liberare spazio pubblico per la mobilità dolce.
Tornando all’indice di congestione, da Palazzo Marino invitano a guardare i dati degli ingressi in Area B. Nei mesi di febbraio, marzo e maggio 2024 calano rispetto agli stessi mesi del 2023. Eppure negli stessi mesi l’indice di congestione sale rispetto all’anno prima: una prova, secondo il Comune, che l’andamento dell’indicatore non dipende dal numero di auto in ingresso in Area B e, quindi, da una debolezza della Ztl a fare da filtro. Incidono altri fattori, che Palazzo Marino fa presente: la maggior presenza di cantieri per la realizzazione della M4, il fatto che l’anno scorso Pasqua cadde proprio ad aprile, quindi in città c’era meno traffico, mentre quest’anno è caduta il 31 marzo (da qui quel più 2,1% dell’indice di congestione riscontrato ad aprile 2024 su aprile 2023), il fatto che la Design Week nel 2024 ha fatto registrare un incremento di presenze del 20% rispetto al 2023 e, infine, la grande presenza sulle strade di mezzi per la consegna di merci ordinate on line. Un fattore strutturale, quest’ultimo.