
I cambiamenti e le ricette: un quarto dei cittadini nel Municipio 9 è “over 60“ "Star soli fa male come fumare 15 sigarette. Ormai è un pericolo sociale".
"La morte non arriva con la vecchiaia, ma con la solitudine". Basterebbe questo pensiero del grande scrittore Gabriel Garcia Marquez, per riflettere su cosa significhi esser soli da anziani. Un binomio, senilità e solitudine, che nelle nostre società sembra essere inscindibile, quasi un naturale momento delle parabole esistenziali di tante persone, in particolar modo di chi un partner non ce l’ha più. Ed è proprio per opporsi a questa deriva che da pochi mesi è nato a Milano “Indovina chi viene a casa”, un progetto di cura e socialità per persone anziane sole e residenti in città, promosso da “Fondazione di Comunità Milano” e “Fondazione Amplifon”, in partenariato con “Fondazione Aquilone” e “La Bottega di Quartiere”, con il patrocinio del Municipio 9.
Attraverso azioni di accompagnamento e assistenza nelle piccole pratiche quotidiane e interventi di manutenzione dell’abitazione, il progetto sperimenta un percorso di welfare locale che coinvolge tanti volontari.
"L’Organizzazione Mondiale della Sanità informa che la solitudine uccide, ed equivale a fumare 15 sigarette al giorno. È un pericolo sociale, che incrementa il rischio di morte del 26%. Ecco perché abbiamo deciso di creare questo progetto, e di farlo in particolare nel Municipio 9 del comune di Milano, dove anziano-solitudine è un binomio ancora più forte che in altre zone della città.” Parole e musica di Filippo Petrolati, direttore di Fondazione di Comunità Milano, che coordina questo progetto per gli anziani over 75, focalizzandolo su quartieri ad alto rischio di isolamento, vale a dire Maciachini, Dergano, Affori, Bruzzano, Comasina, Bovisasca, Niguarda e Bicocca, dove risiedono oltre 50mila persone over 60, pari al 26% della popolazione (la media nazionale è del 23%).
Ma come si sviluppa nel concreto “Indovina chi viene a casa”? "In città esistono già molte iniziative per alleviare la solitudine degli anziani, molti servizi utili. Ma quello che manca è qualcosa che li faccia sentire ancora utili, delle risorse per la comunità. È così, secondo noi, che si combatte davvero la solitudine. Gli anziani hanno mille risorse, esperienze, competenze, e inserire queste persone in una rete di rapporti sociali è il miglior modo per sconfiggere l’isolamento. Inoltre – prosegue Petrolati – uniamo diverse solitudini, perché in città ci sono anche molti studenti e lavoratori provenienti da altre regioni, che attraverso il volontariato creano dei legami, anche fra loro oltre che con le persone che aiutano. Creare nuove sinergie fa bene all’intera comunità".
Partito a gennaio 2025, il progetto persegue, grazie ad un budget complessivo di 300mila euro, tre obiettivi principali: ridurre l’isolamento degli anziani; migliorare le condizioni delle loro case; costruire una comunità di volontari di età diverse. I volontari coinvolti e formati sono per ora 38, ma nuove forze fresche sono sempre ben accette dagli organizzatori. L’impegno richiesto è di almeno due ore a settimana per quattro mesi. I volontari sono organizzati in quattro squadre territoriali, ognuna coordinata da un operatore esperto. I lavori vengono svolti da varie figure della Bottega di Quartiere (imbianchini, elettricisti, idraulici e falegnami), che provengono da contesti fragili.
"A volte, una lampadina rotta, una tapparella non funzionante, una piccola perdita d’acqua o una macchia di muffa possono compromettere la qualità della vita di un anziano solo. Attraverso interventi di ristrutturazione domestici – dichiara Maria Cristina Ferradini, consigliera delegata di Fondazione Amplifon – restituire dignità abitativa alle case è il primo passo per ridare agli anziani che le abitano piena dignità e fiducia negli altri. Ed è proprio nel recuperare la dimensione sociale che il contributo dei volontari è essenziale".
Oltre 70mila anziani a Milano vivono soli Stando ai dati del Servizio di statistica del comune di Milano, in città abitano 180mila anziani over 75, e si stima che il 40% di essi viva solo. "La solitudine porta anche fragilità e diffidenza, ecco perché i volontari vengono formati prima di entrare in contatto con l’anziano, attraverso l’educazione alla gentilezza, così da interagire nel modo migliore. I volontari svolgono attività insieme alle persone anziane coinvolte, che vanno dal semplice passare del tempo in compagnia cucinando, al guardare foto, dal rassettare casa, a svolgere piccole opere di sistemazione o manutenzione, dal fare commissioni ad assisterli con la tecnologia. A ben pensarci, niente di più e niente di meno di quello che un nipote affezionato farebbe per suo nonno".