
Un condominio Aler a Sesto San Giovanni
Milano – Quello appena emanato da Aler Milano è un bando che sconfessa in un colpo solo due ovvietà del mercato immobiliare e, più in generale, delle politiche per la casa. La prima ovvietà: a Milano i canoni d’affitto sono più elevati che nell’hinterland. La seconda: i canoni d’affitto dell’edilizia pubblica devono essere inferiori a quelli del mercato privato, soprattutto se l’alloggio pubblico necessita di lavori di risistemazione. Aler, invece, ha appena pubblicato un avviso che sembra prevedere l’esatto opposto: affitti più bassi per gli appartamenti situati in città rispetto a quelli situati nell’hinterland, nonché affitti talvolta superiori a quelli nei quali ci si imbatte visionando gli annunci delle agenzie immobiliari.
Il bando in questione è riservato ai dipendenti dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Nord Milano, detto altrimenti: agli infermieri che lavorano all’ospedale di Sesto San Giovanni, al Bassini di Cinisello Balsamo e negli ambulatori e nelle Case di comunità della zona. A loro sono riservati 32 appartamenti pubblici in valorizzazione, un regime che prevede il canone moderato. Solo due alloggi sono a Milano, gli altri 30 sono divisi tra Cologno Monzese e Sesto San Giovanni. Tutti, come anticipato, necessitano di lavori di risistemazione.
Nel dettaglio, i due appartamenti milanesi sono in via Fortiguerra, nelle immediate vicinanze della fermata Bicocca della Metropolitana 5. Uno misura poco più di 85,5 metri quadrati, l’altro 40,6. Per il primo il canone mensile richiesto è di 527,69 euro, per il secondo è di 250,42 euro. Il primo necessita di lavori stimati in 6.735 euro dalla stessa Aler, per il secondo la stima è di 7.585 euro. Come detto, per gli alloggi di dimensioni analoghe situati nell’hinterland si prevedono affitti più alti. Il canone richiesto per 82 metri quadrati in via Pirandello, a Cologno, è di 1.081 euro: quasi il doppio rispetto a quanto richiesto per quello di 85 metri in via Fortiguerra, a Milano, sebbene sia più piccolo. Vero è che necessita di meno lavori, ma la differenza non sembra tanto significativa da giustificare la forbice di canone: la stima è di 4.315 euro. Per un alloggio di 40,89 metri quadrati in viale Edison, a Sesto stavolta, il canone richiesto ammonta a 330,97 euro a fronte dei 250,42 euro richiesti a Milano. E pensare che gli alloggi di tale metratura in via Edison abbisognano pure di più lavori rispetto all’equivalente milanese di via Fortiguerra, se è vero che la stima di Aler è pari a 9.970 euro.
Ma stupisce pure il confronto con alcuni annunci che si trovano sui siti delle agenzie immobiliari (private). Un esempio su tutti: un appartamento di 72 metri quadrati, in via Primo Maggio a Cologno, arredato, pronto per essere abitato e con tanto di box viene proposto in affitto a 850 euro al mese. Scorrendo il bando Aler si trova un alloggio di 72,5 metri quadrati in via Pirandello, sempre a Cologno, ma a un canone mensile di 956,58 euro sebbene in questo caso ci siano pure da affrontare lavori per 12.150 euro.
Da qui le dichiarazioni di Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd: “Questo bando è una presa in giro per gli infermieri e il personale sanitario degli ospedali del Nord Milano. Ed è tale per più motivi. Innanzitutto per poter fare domanda è necessario presentare i redditi del 2023, questo significa che i neoassunti, quelli che a parole la Giunta regionale dice di voler incoraggiare a restare sul territorio, di fatto non possono nemmeno partecipare a questo bando. Ci si rivolge, quindi, ai lavoratori stabilizzati ai quali, però, vengono offerti alloggi a canoni più alti di quelli che si possono trovare sul mercato immobiliare privato nonostante in questi alloggi, a differenza di quelli privati, ci siano da fare lavori anche per somme significative, stando alle stime fatte da Aler. Come se non bastasse, per gli alloggi nell’hinterland, a Cologno o a Sesto, sono richiesti canoni più alti di quelli richiesti per alloggi situati a Milano, vicino ad una linea della metropolitana. Tutto questo – conclude Rozza – accade in parte perché l’assessorato regionale alla Casa e Aler Milano, nel fissare i canoni per alloggi da risistemare, sono andati persino oltre i valori massimi stabili dall’accordo locale di Cologno e in parte perché manca una strategia degna di questo nome per dar casa a chi lavora”.