ANDREA GIORGIO GIANNI
Cronaca

L’infettivologo Galli condannato per i concorsi truccati: “Ho dimenticato di correggere un orario”

Un anno e quattro mesi all’ex primario del Sacco: contestato un verbale con i punteggi ai candidati. Lui si difende: “Una svista”

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Milano, 17 luglio 2024 – Massimo Galli, dopo la lettura della sentenza, ha abbracciato il suo storico collaboratore, Agostino Riva: "Almeno tu sei fuori da questa vicenda". L’infettivologo, ex primario dell’ospedale Sacco ora in pensione, volto noto in tutta Italia per la sua partecipazioni a programmi televisivi nelle fasi più drammatiche della pandemia, ieri è stato condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione, con pena sospesa, per il reato di falso. Accusa contestata in relazione a un verbale del 2020, il numero 2 del 14 febbraio, di cui è stata ordinata la distruzione, in cui si era "dimenticato", come lui stesso ha affermato, di correggere un orario.

I giudici hanno invece assolto Galli e Riva dalle accuse di turbativa d’asta o in alternativa abuso d’ufficio perché "il fatto non sussiste", ossia per la parte principale dell’inchiesta della Procura di Milano e cioè l’ipotesi che il bando sia stato pilotato per far vincere il suo stretto collaboratore.

Il concorso sotto la lente d’ingrandimento

Un concorso di quattro anni fa in cui Riva, che si è sempre occupato di temi come l’Hiv e immunocompromessi, il focus del bando, risultò il candidato vincente per il ruolo di professore di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente alla facoltà di Medicina della Statale. "Per me è importante che siano cadute le imputazioni di turbativa d’asta e abuso d’ufficio – ha spiegato Galli dopo la sentenza – Sul falso l’unica cosa che mi sento di ammettere è di aver dimenticato di correggere un orario". Il professore, difeso dagli avvocati Giacomo Gualtieri e Roberto Rigoni Stern, presenterà ricorso in Appello. I pm di Milano Carlo Scalas e Eugenia Baj Macario avevano chiesto una condanna a un anno e 10 mesi per Galli, mentre per Riva era stata proposta le pena di un anno e 6 mesi, applicando per entrambi le attenuanti generiche.

Per i pm, Galli fu "il regista dell’operazione". Sempre per l’accusa, quello non fu, infatti, "un concorso vero", ma il bando fu ritagliato "su misura", con i criteri valutativi predefiniti, per Riva, come emerso da alcune intercettazioni. L’altro candidato, hanno argomentato i pm, "aveva capito che andare contro Galli significava andare contro una macchina mediatica, perché Galli in quel periodo era uno dei big".

Le parole di Galli dopo la sentenza

Una ricostruzione che il Tribunale, assolvendo il luminare per le imputazioni principali, si presume non abbia accolto: le motivazioni verranno depositate entro i prossimi 90 giorni. L’indagine ha al centro le procedure per i posti di professore e ricercatore alla facoltà di Medicina dell’ateneo milanese ed era a carico di 25 persone tra docenti e collaboratori. Quello che è andato a sentenza ieri è il filone che riguarda Galli e il suo stretto collaboratore ed è limitato a un solo episodio.

"La mia massima soddisfazione è che il professor Riva sia stato assolto completamente da ogni addebito – ha aggiunto Galli dopo la sentenza – il suo onore è stato completamente ripulito. Per me questa è una grandissima soddisfazione – ha ribadito – perché quello che veramente mi importa è di aver avuto la possibilità di lasciare alle mie spalle persone valide che continuassero il lavoro che ho fatto per 40 anni. Il mio “cavallo bolso“ è una persona attualmente tra le più finanziate in programmi europei di tutta l’università di Milano".