Milano, 30 dicembre 2024 – Se state trascorrendo queste feste in compagnia di febbre, raffreddore, sintomi gastro-intestinali e mal di gola sappiate che non siete soli. L’influenza – come ampiamente preannunciato – ha iniziato a colpire duramente. Del resto basta fare un rapido scroll sul cellulare per avere un polso (empirico) della situazione: defezioni e assenze causate dai malanni di stagione certo non mancano anche quest’anno. Il picco non è ancora arrivato, anche se ormai è vicino (stando alle ultime previsioni è atteso per la metà di gennaio).
In base ai più recenti dati di RespiVirNet - Sorveglianza integrata dei virus respiratori (aggiornamento del 27 dicembre) la percentuale dei campioni risultati positivi all’influenza sul totale dei campioni analizzati risulta pari a 9,1%, in aumento rispetto alla settimana precedente (6,6%). Va comunque sottolineato che attualmente è in atto una co-circolazione di diversi virus respiratori – anche in Lombardia – che contribuisce a determinare il valore di incidenza delle sindromi simil-influenzali (ILI) registrato dell’ultima settimana (10,1 casi/1000 assistiti) tra cui in particolare Rhinovirus, virus influenzali e VRS.
“Questa è una forma influenzale lunga che porta ad avere la febbre per 3-4 o anche 5 giorni e con temperatura a 39-40°. La febbre non scende perché è il normale corso dell'influenza - ha ricordato l’infettivologo Matteo Bassetti –. Si prendono gli antipiretici, si sta a casa. Evitiamo gli antibiotici ed evitiamo di correre nei pronto soccorso”. Importante – per la tutela dei fragili ma anche per allentare la pressione sui presidi ospedalieri – il ruolo giocato dal vaccino. In Lombardia quest’anno la campagna di vaccinazioni anti influenzale ha fatto segnare un +10% rispetto a un anno fa.
Per migliorare la gestione delle sindromi respiratorie virali in regione nel corso dei mesi invernali è stata lanciata l’iniziativa sperimentale degli 'Hotspot infettivologici'. Riguardano il primo livello di cura ed offrono un supporto sul territorio per i cittadini durante le fasce orarie in cui non è prevista l'attività ordinaria dei medici di medicina generale. Gli Hotspot sono attivi nelle sedi Asst situate in strutture di Continuità Assistenziale, Case di Comunità o spazi dedicati all'interno di presidi ospedalieri. Sono operativi dalle 20 alle 24, 7 giorni su 7. Non sono ad accesso diretto, i medici di continuità assistenziale valuteranno telefonicamente la necessità di indirizzare l'assistito (cittadini dai 6 anni in su con sindromi respiratorie) presso l'Hotspot più vicino.