Marianna
Sala*
Anche la TGR Lombardia rischia di far le spese dei tagli alle edizioni notturne dei
telegiornali regionali, preannunciati dall’amministratore delegato, Carlo Fuortes.
Come in tutt’Italia, dal prossimo 8 gennaio, salvo rinvii o ripensamenti, l’informazione locale della tv pubblica,
che già non usufruisce di grandi spazi, vedrà ridurre ulteriormente la sua
programmazione.
Si tratta di un diktat irreversibile?
È ancora da vedere, anche a fronte delle reazioni bipartisan, forse impreviste, che
hanno suscitato queste decisioni. Certo: né le Regioni, né tanto meno i Corecom (Comitati regionali per le comunicazioni, ndr)
hanno titolo ad
entrare nel merito di valutazioni gestionali che competono al Consiglio di amministrazione e all’amministratore delegato
dell’Azienda Rai. Ma questi ultimi, a loro volta, non possono ignorare le peculiarità
del Servizio Pubblico dell’emittenza radio-tv e la necessità di garantire spazio
all’informazione locale, che è voce del territorio e presidio del pluralismo
informativo alla base del nostro sistema democratico.
Possibile che non ci siano altre modalità gestionali, per conseguire gli obiettivi
enunciati dall’amministratore delegato in Commissione di Vigilanza, che non vadano a discapito
dell’informazione locale e che anzi consentano di potenziarne la quantità e di
migliorarne la qualità?
Il tempo per un ripensamento c’è. E la volontà, da parte dei vertici dell’Azienda Rai,
che dovrebbe essere di servizio pubblico?
*Presidente Corecom
Lombardia
e coordinatrice nazionale
presidenti Corecom