Milano – Il 2024 si è chiuso, a Milano, con l’ennesima tragedia sul lavoro, la morte del dipendente Amsa Maurizio Mazzeo, schiacciato dal mezzo di servizio alla vigilia di Natale. Poi, il 30 dicembre, l’incidente stradale in Porta Romana fatale per il rider Muhammad Ashfaq. Nel nuovo anno altri gravissimi infortuni: due morti nel settore delle costruzioni, il 7 e l’8 gennaio, a Clusone e Trescore Cremasco; tre operai feriti a causa dell’esplosione avvenuta in una fabbrica di solventi chimici a Rho, la notte fra giovedì 9 e venerdì 10 gennaio. Un drammatico bilancio che aumenta giorno dopo giorno, incidenti dai contorni diversi ma caratterizzati dalle stesse lacune nella sicurezza, appelli dei sindacati che cadono nel vuoto. Nei primi 11 mesi dell’anno appena trascorso, solo in Lombardia, l’Inail ha registrato 101.194 denunce di infortunio, di cui 171 mortali (sul luogo di lavoro o in itinere) e 3.934 tecnopatie.
“Questi dati fotografano una realtà in cui la dignità del lavoro viene continuamente calpestata – spiega la segretaria della Uil Lombardia Eloisa Dacquino –. Sono anni che assistiamo al rinvio dell’accordo Stato-Regioni sulla formazione, tema cardine della prevenzione nei luoghi di lavoro. Anni in cui la Uil chiede di intervenire con investimenti mirati, aumento dei controlli, revisione dei sistemi di prevenzione in abito nazionale e regionale. E la risposta ad oggi qual é? Nessuna strategia nazionale, nessuna condivisione e ascolto delleproposte. In questo contesto, nella nostra regione – conclude – assistiamo ancora alla mancata applicazione dei contratti e denunce di caporalato”. Un tema anche di controlli, inefficaci sul fronte della prevenzione. “Non basta aumentare il numero degli ispettori – spiega il giuslavorista e presidente di Afol Metropolitana Maurizio Del Conte – ma bisognerebbe fare un passo avanti nella qualità dei controlli”. L’idea è quella di sfruttare l’intelligenza artificiale, facendo dialogare database di enti diversi, per fare una scremature e selezionare le aziende con il più alto potenziale di rischio, concentrando lì le ispezioni.
“Gli indicatori utili potrebbero essere il tasso di infortuni per azienda – sottolinea – la coerenza fra l’inquadramento contrattuale dei dipendenti e l’attività che l’azienda effettivamente svolge, il tasso di malattia. Dati che, se incrociati, potrebbero rendere un’idea della pericolosità potenziale, utile per controlli mirati. In questo campo l’intelligenza artificiale, se ben utilizzata con software specifici, potrebbe essere determinante. Non penso che servano nuove norme ma bisognerebbe applicare quelle che ci sono, anche sul fronte della formazione, evitando che i corsi si riducano ad attività puramente formali per ottenere le certificazioni”. È anche una questione di qualità dei rapporti di lavoro, perché il rischio di infortuni aumenta in quelle realtà dove si fa largo uso di contratti ultraprecari.
Forme che, in Lombardia, sono in costante aumento. I dati sul mercato del lavoro in Lombardia, secondo gli ultimi dati Inps analizzati dalla Uil evidenziano nei primi nove mesi del 2024, un saldo positivo (+106.799) complessivo tra nuove assunzioni e cessazioni. Questo dato, però, conferma una crescita quasi esclusiva dei contratti precari, con una drastica riduzione delle opportunità stabili e a tempo indeterminato. Nella Città metropolitana di Milano si sono registrati 49.247 contratti a termine in più rispetto allo stesso periodo del 2023 e 18.599 contratti a tempo indeterminato in meno. “Un mercato sempre più frammentato e dominato da contratti precari – spiega Salvatore Monteduro, segretario Uil Lombardia –.Questo modello non garantisce futuro né stabilità per i lavoratori e le loro famiglie. Il recente Ddl Collegato al Lavoro, ora in vigore, aggrava ulteriormente questa situazione, ampliando le possibilità di abuso dei contratti stagionali e di somministrazione”.