ANNA GIORGI
Cronaca

Milano, nascose infortunio sul lavoro: indagato

L’operaio cadde per cinque metri e rimase paralizzato, il titolare dell’imprea edile finse un investimento

Una manifestazione dei sindacati degli edili per chiedere sicurezza e legalità

Milano, 21 febbraio 2020 - Finisce con due indagati per lesioni personali e violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro la vicenda drammatica di un giovane albanese, operaio in nero in una cantiere edile rimasto paralizzato e in sedia a rotelle, dopo un volo di cinque metri. Ma la vicenda, che riaccende le luci sulla piaga del lavoro nero, ha un risvolto ancor più grave se si pensa che l’incidente sul lavoro è stato mascherato da incidente stradale e ci sono voluti otto mesi di indagini dei carabinieri per ricostruire esattamente la dinamica dei fatti.

Dorian K. albanese di 27 anni, messo in cassa integrazione dalla impresa edile di cui era dipendente, cerca qualche lavoretto per arrotondare. Un altro imprenditore, suo connazionale, gli offre alcune prestazioni in nero. In una azienda di Magenta bisogna sostituire delle lastre di amianto che rivestono un piano ammezzato. Dorian e il datore di lavoro vanno sul posto, per sistemare il tetto, il giorno di chiusura del capannone. Si arrangiano senza proteggersi, incuranti di ogni norma sulla sicurezza. Sul piano ammezzato Dorian dovrebbe porre alcune lastre di plastica, ma scivola, non essendo trattenuto da nessuna cinghia, come imporrebbero le norme di sicurezza sul lavoro, vola per oltre cinque metri. Il suo datore di lavoro, presente al momento dell’incidente, capisce che l’operaio è grave, non si muove. I medici accerteranno che l’impatto violentissimo è causa di lesioni alla schiena, entra in coma subito dopo la caduta.

Il datore di lavoro non chiama l’ambulanza, dovrebbe spiegare la situazione del lavoro in nero. Allora decide di trasportalo con il suo furgoncino al primo Pronto soccorso. Ai medici racconta che percorrendo la strada che lo portava al lavoro ha visto un uomo a terra in strada inerte, forse travolto da un’altra auto di passaggio. I medici non gli credono, e avvertono i carabinieri. L’operaio è sporco di calce e vestito con abiti da lavoro. I militari guardano le immagini delle telecamere di sorveglianza e si accorgono che il furgoncino porta il nome di una impresa edile della zona. Da lì gli investigatori, coordinati, dal pm Letizia Mocciaro, partono per ricostruire tutti i tasselli della vicenda. Dorian è paralizzato, il datore di lavoro e il titolare del capannone in cui è avvenuto l’incidente sono indagati.