CLAUDIO
Cronaca

Insonnia e riflessioni notturne: un incontro tra vicini di casa

Un uomo insonne osserva il suo vicino di casa cinese durante la notte, riflettendo sulla vita e la solitudine.

Il difficile  viene sempre  quand’è buio

Un uomo insonne osserva il suo vicino di casa cinese durante la notte, riflettendo sulla vita e la solitudine.

Negri

Mi capita di non aver sonno, da un po’. Così giro per casa. Meglio: deambulo. Provo a farmi scorrere la notte addosso. A volte mi affaccio alla finestra. Ho poco da vedere: un cortile affondato, senz’alberi, la facciata del palazzo di fronte: finestre tutte buie. Ma ieri notte un vetro opaco al quinto piano dei dirimpettai (io sto appollaiato al quarto) si è tutto illuminato. E dentro quella luce galleggiava un’ombra spessa, mobile. E oltre quell’ombra si sporgeva, a vetro aperto, la faccia di un orientale, gonfia e di cattivo umore. Tra le labbra penzolava una sigaretta.

"Un cuoco cinese – ho pensato – un cuoco cinese in un bagno turco che fuma sigarette alla soia". Luoghi comuni, ma tant’è: la mia insonnia è diventata la sua: "Gli altri credono che io sia fatto di gomma – ho pensato che pensasse la faccia affacciata – e che abbia l’anima di carne. Lavoro dal cugino. Ore su ore, la paga è quella che è. Ma la fatica è un metodo che educa alla sopportazione. Altrimenti ci sarebbe da impazzire in questa vita senza senso, in questa città piena di sushi alla mandarina, all you can eat, concorso di apparati digerenti globalizzati in uno sfarfallio di fretta per quelli che vengono all’una e hanno l’appetito impiccato delle cravatte e dei tacchi veloci. Il cugino è stato abbastanza buono. C’è un po’ di rimborso, nel destino dei biscotti. Prima stavo peggio. Certo, questa strana, vischiosa fortuna di riuscire a sopravvivere mi ha tolto un poco il sonno. Il difficile viene sempre quand’è buio, quando saluto i fornelli e i sacchi dell’umido e salgo la montagna delle scale augurandomi che gli altri mi dimentichino almeno per il tempo dei loro sogni e questo sarebbe già un dormire civile. Ma ieri notte mi sono sporto dalla finestra del bagno, fumando, e ho visto un uomo affacciato a una finestra del quarto piano del palazzo di fronte. Un venditore di corde di violino spezzate – ho pensato che pensasse la faccia, pensando a me – un ammaestratore di cormorani morti, un intarsiatore di conchiglie bollite. Ah, se almeno riuscissi a dormire...". Colti da repentino imbarazzo, siamo arretrati tutti e due nel rispettivo buio.