
L’installazione luminosa “Ama“ realizzata da Marco Nereo Rotelli nel quartiere Varesina
Milano – “Ama“, si legge sui palazzi della città nella notte. Nel quartiere Varesina durante la Design Week il romantico e potente messaggio spiccava luminoso. È la Milano del futuro, immersa in una luce poetica che dona emozioni e trasmette valori. Ideata da un artista e architetto abile nel fondere la sua arte con gli ambiti più svariati, per dialogare con il mondo. Poeta di segni, colore, luce. È Marco Nereo Rotelli, che dietro le sue lenti blu, come le sue luci e le sue tele, propone la sua visione per rigenerare la città e, insieme, l’umanità.
Nel 1300 Dante scriveva “L’amore move il sole e l’altre stelle”. Oggi Marco Nereo Rotelli illumina la città del più antico e assoluto dei sentimenti. Perché?
“Io credo che il compito di un artista sia quello di trovare all’interno di questo mondo in metamorfosi accelerata un’autenticità poetica, che poi siamo noi, il nostro essere, con il nostro sentire, la capacità di amare. Il mio motto è “Ever in art” perchè l’arte ci aiuta a non soccombere anche nel tempo della globalizzazione che ha spinto a un’insicurezza globale. L’ amore è l’unica risposta. Un sentire che rigenera, che ci pone con sguardo nuovo e mente fresca nella vita”.
Rigenerazione umana, insomma. Ma anche urbana. Di cosa ha bisogno Milano?
“Milano ha bisogno di luce, perché la luce è energia e ci dona qualche grado di felicità in più. Milano e ‘ una città piccola e magica, dove arte, moda, design si incontrano. Decantiamola con la luce questa eccellenza. Non penso ai milioni di led delle città cinesi o americane. Noi siamo portatori di cultura. Ciò che dico non significa una città sempre accesa, che poi rischia di danneggiare risorse energetiche. Ma una dimensione ulteriore dove la luce ha in sé un’ombra dove passano i messaggi più intensi. Una luce che illumina la strada, chiaro, ma anche il cuore. Una luce significato che trasmette valori, dove tutto è parte di un processo che crea stupore. Una specie di museo della luce dove si è presi per incantamento. “Per costruire la città di Dioce che ha terrazze color delle stelle. Gli occhi miti, sereni, non sdegnosi. Fa parte del processo anche la pioggia”, questo è il poeta Ezra Pound e questa la città che vedo sognando da sveglio”.
Il quartiere Varesina, è un esempio di rigenerazione urbana. Un cortile dove ritrovarsi. Su quali altri quartieri della città focalizzarsi?
“Sì. Un’area periferica che diventa centro di attività di primo livello. Che nel mio progetto avrà una luce dinamica che cambierà di intensità al passare delle ore durante la notte. Sarà bello fare del cortile una corte di incontro, di gioia, perché c’è bisogno di gioia. Tutta la periferia di Milano deve farci pensare che il centro è dappertutto. Un concetto spaziale per una città speciale”.
La tecnologia, nuova protagonista. Quali nuovi strumenti tecnologici per realizzare tutto ciò?
“Preferisco utilizzare le apparecchiature elettroniche che i musicisti. Fanno meno errori”, ha detto Frank Zappa. Ovviamente non bisogna essere strumenti dei nostri stessi strumenti. La tecnologia rende visibile l’invisibile, è un sogno sempre inseguito nella storia dell’umanità”.
“Metamorfosi”, “Love is love”. Così recitano alcuni dei suoi tratti rossi e gialli luminosi sui palazzi, immortalando la naturale propensione umana nell’attuale mutevole contesto. Le propongo la prossima scritta luminosa rivolta ai giovani: “Imagine”. Che ne pensa?
“Imagine, immagina, sogna e vivi una vita a colori! Quante volte passiamo in piazza del Duomo senza provare meraviglia perché ormai l’assuefazione quotidiana ha tolto ogni meraviglia, ogni spinta a riconoscere la bellezza. La prossima installazione la titolerò “Imagine””.