Mattia Todisco
Cronaca

Aspettando il derby, i ricordi dei grandi ex. Altobelli (Inter): “Sono gare in cui devi dare tutto, anche quello che non hai”

Chi è favorito? “Se vediamo le gare recenti e i derby più vicini a noi devo immaginare che lo siano i nerazzurri. Però il derby è particolare. Non c’è favorito, in realtà. È tutto da giocare”

Alessandro Altobelli

Alessandro “Spillo” Altobelli, 68 anni, gloria dell’Inter

Milano – “Spillo“ Altobelli, l’Inter è la favorita di questo derby?

“Se vediamo le gare recenti e i derby più vicini a noi devo immaginare che lo sia: ha vinto gli ultimi sei. Però il derby è particolare. Non c’è favorito, in realtà. È tutto da giocare, anche se il Milan sembra ancora alla ricerca della formula giusta”.

Ha ragione Inzaghi, dunque, a dire che i bei ricordi non hanno gol?

“Il passato serve per ricordare che li hai vinti, ma questa è una diversa. E poi il Milan non può permettersi di perdere perché è in un momento particolare, per allenatore e dirigenti. Io creo che sarà un bel derby”.

Nonostante le fatiche di Champions League?

“Le squadre ormai hanno delle rose che possono giocare tre partite a settimana. Non vedo un’influenza in questo senso. Poi se uno dei due tecnici pensa al turnover proprio in vista del derby, secondo me sbaglia”.

Lautaro fuori in Champions ha fatto notizia: al derby tornerà dal 1’?

“Assolutamente. La Coppa è particolare, bella, ma il derby è la partita dell’anno. I tifosi vogliono vincere. E poi per me Lautaro gioca pure con 40 di febbre. Se non segna è comunque un volenteroso, che trasmette positività alla squadra. Solo giocando può ritrovare il gol. Ultimamente lo vedo solo poco tranquillo sotto porta, ma deve stare calmo. In area, piuttosto perdi un secondo in più, ma devi ragionare”.

Cosa ricorda dei suoi derby?

“Che lo si giocava tutta la settimana. Se non tutto l’anno. Io speravo di vincere sempre il secondo, così durava di più perché c’era di mezzo l’estate... Sono gare che lasciano il segno. Non so se tra i giocatori è sentito ancora come lo era per noi, che eravamo quasi tutti italiani e sapevamo cosa significava. Quando giocavamo il derby e poi capitava la nazionale, ai primi colloqui ci si evitava: noi da una parte e loro dall’altra, anche se poi si aggiustava tutto. Il derby deve essere così: sentito. Devi dare tutto, anche quello che non hai”.

Si aspettava Milan e Inter come le abbiamo viste finora?

“Sinceramente i rossoneri così in difficoltà no. Ad oggi sarebbero fuori dai discorsi di alta classifica, ma per me non sono questi. Stanno pagando il cambio di allenatore e un po’ lo scotto di Ibra dirigente, forse lo temono persino in spogliatoio. L’Inter, invece, negli ultimi anni si è formata. Ogni stagione aggiunge qualche giocatore, per cui è sempre competitiva e ha la fortuna di avere una dirigenza forte”.

Può giocarsela anche in Champions?

“È un torneo particolare, due anni fa l’Inter ha perso una finale perché Lukaku, più che l’attaccante, ha fatto il portiere per gli altri. Sarebbe il momento di vincerla per dare una svolta, dopo tanti anni che stai facendo ben. Però è più difficile che in campionato, in A sei più competitivo. In Europa trovi squadre che sono oggettivamente molto forti”.