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Capo Boys Inter sorvegliato speciale: "Lontano da San Siro per tutelare gli altri ultrà"

Vittorio Boiocchi, 68 anni, ritenuto dai giudici incapace "di un progetto di vita che non sia criminale"

Vittorio Boiocchi, a sinistra, con Franco Caravita

Milano, 15 giugno 2021 - Non finiscono i guai giudiziari per il capo ultrà dell'Inter Vittorio Boiocchi, 68 anni, 26 di carcere alle sue spalle, arrestato a marzo. Il giudice ha stabilito per lui la sorveglianza speciale per 2 anni e 6 mesi con prescrizioni tra cui il divieto di accedere allo stadio di San Siro, da cui dovrà tenersi a distanza di 2 km, per "spezzare quel legame pericoloso" con la "tifoseria interista" e per tutelare gli ultrà non  "criminali". Una misura, quella disposta dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano e richiesta dalla Questura, per il leader dei Boys nerazzurri rietenuto incapace incapace, come scrivono i giudici Roia-Tallarida Pontani, "di imbastire un progetto di vita alternativo rispetto ad una carriera deviata che lo ha visto detenuto" dal 1992 al 2018. 

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L'arresto

Boiocchi lo scorso marzo scorso era finito in carcere (e poi ai domiciliari) assieme a un'altra persona dopo essere stato fermato su un'auto rubata, dove erano nascosti una pistola senza matricola munita di caricatore e 7 cartucce, uno storditore elettrico, un coltello da cucina di grosse dimensioni, 2 manette in acciaio con relative chiavi ed una pettorina (finta, ndr) riportante il logo e la scritta Guardia di Finanza. Per i giudici, come si legge nel provvedimento, «la storia personale di Boiocchi» risulta «contraddistinta dalla sistematica consumazione di gravi reati contro il patrimonio e la persona, in materia di traffico internazionale ad alti livelli criminali di sostanza stupefacente, dalla coltivazione di forti legami con personaggi di spicco della delinquenza organizzata mafiosa legata a Cosa Nostra ed alla cosiddetta 'mafia del Brentà, dalla imposizione di un ruolo di dominio nell'ambito della tifoseria ultrà soprannominata Curva Nord» dell'Inter. 

La pericolosità

I giudici, tra gli ultimi fatti con al centro Boiocchi, fanno riferimento pure a due manifestazioni del marzo 2020 «alla quale hanno partecipato numerosi soggetti pregiudicati e sorvegliati speciali», tra cui una con circa «400 ultras dell'Inter ad Appiano Gentile» e «ancora una volta in violazione della normativa in materia di emergenza sanitaria e potenzialmente detonatrice di ulteriori focolai epidemici». Tra le prescrizioni per «la pericolosità sociale» rientra anche l'obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Per la Sezione misure di prevenzione - presidente Fabio Roia - bisogna «spezzare quel legame pericoloso esistente fra Boiocchi Vittorio e la tifoseria interista anche al fine di tutelare i soggetti legati al mondo degli ultrà che non presentino caratteristiche criminali»