REDAZIONE MILANO

Intervento all’Humanitas La prima protesi al cuore con incisione all’inguine

All’opera i professionisti dell’ospedale con un team israeliano-americano . Tecnica mini invasiva per aiutare sempre più pazienti diminuendo i rischi.

Intervento all’Humanitas La prima protesi al cuore con incisione all’inguine

di Massimiliano Saggese

Nuove prospettive per il trattamento dell’insufficienza valvolare mitralica grazie alla chirurgia mininvasiva: per la prima volta in Europa, è stata impiantata una nuova protesi mitralica percutanea, con solo una piccolissima incisione di un centimetro all’altezza dell’inguine e non all’apice del cuore, dall’équipe di Cardiologia interventistica di Humanitas in collaborazione con un team internazionale israeliano-americano, nel contesto di uno studio che coinvolge Mayo Clinic e Ohio Health negli Stati Uniti. In sala il professor Antonio Colombo, senior consultant in Humanitas, il dottor Bernhard Reimers, responsabile della Cardiologia clinica, interventistica e Ucc dell’ospedale, Antonio Mangieri e Damiano Regazzoli, cardiologi interventisti sempre di Humanitas. Essenziali le competenze del Dipartimento Cardiovascolare diretto dal professor Gianluigi Condorelli: l’équipe di Diagnostica ecocardiografica clinica guidata dal dottor Renato Bragato e le Unità operative di Cardiochirurgia e Chirurgia vascolare coordinate dai professori Lucia Torracca ed Efrem Civilini.

"Da subito è stato riscontrato un miglioramento della funzionalità cardiaca dei pazienti – spiega il dottor Bernhard Reimers – confermato al follow-up (il controllo, ndr) a distanza di 3 mesi. Lo studio andrà avanti con l’obiettivo di rendere questa tecnica disponibile a quelle persone che, per le condizioni del loro cuore, non possono sostenere altri tipi di interventi". Risultati resi possibili da un metodo che prevede la collaborazione di diverse professionalità: "Dalla prima valutazione di ciascun paziente fino alla realizzazione di ogni intervento è fondamentale un approccio multidisciplinare – continua la professoressa Lucia Torracca, responsabile della Cardiochirurgia di Humanitas. Questa nuova tecnica consentirà di ampliare le possibilità terapeutiche a nostra disposizione, dalla chirurgia classica alla mininvasiva fino alla percutanea, per selezionare, di volta in volta, quella più appropriata alle esigenze di ogni persona".

"La cura del cuore – conclude il professor Antonio Colombo – prosegue all’insegna della personalizzazione e mininvasività delle procedure, sempre più calibrate sulle necessità e le condizioni di ogni paziente".