Milano, 3 settembre 2024 – Prima importante svolta nelle indagini sull’incidente con omissione di soccorso andato in scena poco più di una settimana fa in piazza Abbiategrasso angolo via dei Missaglia.
Ieri mattina gli investigatori del Radiomobile della polizia locale hanno portato negli uffici di via Custodi un diciassettenne: secondo le indagini, era il passeggero della Jeep Compass che ha travolto un ciclista pakistano di 19 anni alle 4 del 25 agosto. Stando a quanto emerso finora dagli accertamenti dei ghisa e dalle testimonianze di alcuni cittadini che si sono fatti avanti per raccontare la loro versione, quella notte sarebbe andata in scena una folle corsa di velocità tra due auto di grossa cilindrata, la Compass e una Jeep Renegade.
L’auto abbandonata
Dopo aver investito il giovane asiatico, che è stato trasportato in condizioni disperate al Niguarda e che si sta progressivamente riprendendo dai gravi traumi alla testa e alla milza, il conducente della Compass e il passeggero diciassettenne hanno abbandonato l’auto a pochi chilometri di distanza, non lontano dal campo rom di via della Chiesa Rossa, e sono saliti a bordo della Renegade per sparire nel nulla insieme al secondo automobilista.
La Compass è stata ritrovata nelle ore immediatamente successive allo schianto: i primi rilievi tecnici hanno evidenziato segni sulla carrozzeria compatibili con un investimento. La Renegade non è stata ancora rintracciata, anche se gli occhi elettronici hanno ripreso un particolare: aveva una targa italiana, anche se quella relativa al veicolo è svizzera.
Entrambi i veicoli sono risultati noleggiati, anche se la persona che ha firmato i contratti sarebbe un prestanome che ne ha tanti altri “intestati”: sentito dagli agenti, ha assicurato che non c’era lui al volante, aggiungendo di non avere idea dell’identità del conducente al volante quella notte.
La testimonianza dell’investito
In questi giorni, le indagini dei vigili non si sono mai fermate. Appena è stato possibile, gli specialisti del Radiomobile hanno raccolto pure la testimonianza del diciannovenne pakistano, che non aveva documenti con sé quando è stato soccorso dai sanitari di Areu: è stato identificato grazie al fratello. Chi l’ha travolto? Al momento, i ghisa sono sicuri di aver individuato chi c’era in macchina con l’automobilista pirata: vale a dire il minorenne, che a sua volta si è allontanato dal luogo dell’incidente senza prestare soccorso al ferito.
Il fatto che i ghisa di via Custodi siano riusciti a dare un nome al passeggero lascia ipotizzare che la soluzione del caso non sia lontana e che il cerchio si stia stringendo pure attorno a chi ha pensato di trasformare un viale cittadino in un circuito di Formula 1.