MONICA AUTUNNO
Cronaca

Inzago, parla il prof picchiato dall’alunno. Sergio Orlandi: “Non dimenticherò mai la rabbia e la ferocia”

La solidarietà dei colleghi e del sindaco di Inzago Andrea Fumagalli: “Un mondo alla rovescia cui ci siamo quasi abituati. Occorre una riflessione”

Sergio Orlandi, insegnante di scuola media e musicista

Sergio Orlandi, insegnante di scuola media e musicista

Inzago (Milano), 9 marzo 2025 - Un rimprovero in classe, il risentimento e la rabbia probabilmente “covati” per settimane e l’altra sera l’incubo: insegnante di scuola media aggredito e pestato in piazza a Inzago da un alunno 14enne e da un suo amico.

L’aggressione

Pugni e colpi al volto che gli hanno provocato una frattura naso mascellare, contusioni varie e venti giorni di prognosi. A carico del ragazzino è già partita una denuncia per lesioni alla Procura del tribunale dei minorenni. L’identificazione del secondo aggressore è in corso. Tutta la drammatica sequenza, tuttavia, è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza che si affacciano sul parcheggio.

L’episodio che si è consumato una settimana fa, a mezzanotte inoltrata, oggi suscita sgomento in tutto il paese in provincia di Milano. La vittima del pestaggio è Sergio Orlandi, insegnante di musica alla scuola media Kennedy e jazzista di fama. Tornava da un concerto, quella sera poco dopo mezzanotte, quando, vista nel parcheggio l’auto di un conoscente, ha deciso di fermarsi qualche istante in piazza Maggiore, il cuore del paese. Era appena risalito in auto quando ha visto avvicinarsi i due ragazzi, usciti da un bar. Uno dei due il suo allievo, incrociato poco prima.

Furia cieca

Nessun timore: “Anzi – racconta il prof – ho abbassato un po’ il finestrino per salutare”. Poi, improvvisa, la sequenza. Le parole minacciose dell’adolescente (“Qui non siamo a scuola”), la mano del compagno che fulminea è riuscita a “infilarsi” nel finestrino e ad alzare la sicura.

La portiera aperta, e le botte: pugni e colpi alla cieca, soprattutto al volto e al capo. “Tentavano di tirarmi giù dall’auto. Non so come sarebbe finita. Non dimenticherò la rabbia, la furia, la ferocia. Non riuscirò mai a darmi una spiegazione. Sono stato malissimo”. Lunghi minuti di terrore e violenza, poi lo scatto. “Ho messo in modo, ingranato la retro. E sono scappato”. La chiamata al 112, le cure in ospedale, la denuncia ai carabinieri.

L'origine

Sull’episodio in classe che avrebbe originato il pestaggio. “Risale a diverso tempo fa – racconta il docente – ma non si pensi a chissà cosa. Lo avevo ripreso perché disturbava la lezione. E gli avevo chiesto di uscire dalla classe”.

A quel punto erano state proferite le minacce. “Lo avevo segnalato, nei giorni successivi ci eravamo confrontati davanti alla preside. E in seguito ci siamo ulteriormente parlati. Per me era finita lì”.

La solidarietà

Al prof la solidarietà di colleghi e studenti: “Mi hanno chiamato o scritto in moltissimi“. Riserbo dalla scuola, alle prese con una situazione difficile e delicata, attenzionata da tempo. Tranchant il sindaco Andrea Fumagalli.

“Sappiamo ovviamente quello che è accaduto. E sappiamo che è un epilogo, che c’è, senza entrare in dettagli, un pregresso. Bisogna capire. In un clima di collaborazione e trasparenza”. Amareggiato? “Molto. Si è verificato un fatto gravissimo, e troppi altri ne sentiamo. Un mondo alla rovescia cui ci siamo quasi abituati. Occorre una riflessione”.