ANNA GIORGI
Cronaca

Io e le violenze di Capodanno: "Un liquido urticante negli occhi. E poi tutti mi hanno afferrata"

Imogen, turista inglese di 19 anni, racconta l’esperienza che ha subito al tabloid Daily Mail "Un’altra donna circondata da uomini che ridevano. L’ho aiutata e loro se la sono presa con me".

Imogen, turista inglese di 19 anni, racconta l’esperienza che ha subito al tabloid Daily Mail "Un’altra donna circondata da uomini che ridevano. L’ho aiutata e loro se la sono presa con me".

Imogen, turista inglese di 19 anni, racconta l’esperienza che ha subito al tabloid Daily Mail "Un’altra donna circondata da uomini che ridevano. L’ho aiutata e loro se la sono presa con me".

"Mi hanno afferrata le braccia e le mani, così non potevo difendermi. Mentre un gruppo mi ha circondato in quella che sembrava una aggressione organizzata, più uomini contemporaneamente hanno iniziato a molestarmi". È un lungo racconto quello che Imogen, la diciannovenne inglese che dovrà essere sentita dalla Procura di Milano sulle violenze di Capodanno in piazza Duomo, ha fatto al quotidiano britannico Daily Mail e, prima ancora al sito di Liegi, Sudinfo, lo scorso 15 gennaio. La giovane ha raccontato ai giornali la notte terribile in cui ha subito violenza. La decisione di parlare, ha spiegato, è stata presa per evitare o, comunque, correggere, la disinformazione online e "assicurarmi che una storia che non si deve ripetere venga ascoltata". Falso, secondo la ragazza, che gli assalitori avessero bandiere palestinesi. "Sono veramente sconvolta dopo aver letto molti articoli secondo cui si è trattato di un fatto di religione, indirettamente dando la colpa all’Islam, falso anche che il nostro attacco sia stato Taharrush Gamea. Il male che abbiamo vissuto quella notte – spiega la ragazza al Daily Mail – era l’assenza assoluta di religione, questo era un gruppo organizzato di uomini disgustosi che meritano di soffrire le conseguenze delle loro azioni". Uno degli aggressori le ha detto che l’avrebbe violentata e Imogen ha cercato di lottare con tutte el sue forze per sfuggire ad una “azione che l’avrebbe segnata per tutta la vita“. "Ho sentito – dice – che stavo lottando per la sopravvivenza". Imogen ha avanzato una richiesta di assistenza giudiziaria internazionale, ha raccontato ancora che era in compagnia di due giovani connazionali e di altri sei studenti belgi. Ha parlato di vicenda "disumana" e ha detto di essersi ritrovata a terra sanguinante dopo aver cercato di respingere gli aggressori. Non solo.

"Ci hanno lanciato un liquido sconosciuto – racconta ancora – che ci ha irritato naso e occhi e sentivamo che non riuscivamo più a respirare". A un certo punto la 19enne ha anche aiutato un’altra donna inglese che veniva molestata "da uomini che la palavano ridendo" ed è riuscita a liberarla, ma poi gli aggressori se la sono presa con lei. Imogen ha affermato che non c’erano poliziotti in vista sulla piazza e, quando finalmente ha raggiunto degli agenti, le hanno detto che "non potevano fare nulla". Imogen è rientrata nel suo Paese e ha presentato denuncia attraverso l’ambasciata italiana a Londra, ma al tabloid ha spiegato che sta faticando a recuperare la fiducia nell’umanità dopo aver temuto di essere uccisa o violentata in un Paese che credeva sicuro.

Finora le denunce raccolte dagli investigatori della squadra mobile finite sul tavolo della pm Alessia Menegazzo e dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella, sono altre tre: quella della ventenne belga, la prima a fare esplodere il caso con alcune interviste ai media locali, una coetanea italiana di Reggio Emilia e una donna di Milano. Tramite la rogatoria, gli inquirenti milanesi sapranno nei prossimi giorni in quale data potrà essere sentita la ragazza inglese. Oltre alle tre denunce coi rispettivi verbali resi nei giorni scorsi, la procura punta a raccogliere a breve, attraverso i canali internazionali di collaborazione, anche il racconto della 19enne.