Milano – L’aspetto peggiore della sua professione sono le avance dei clienti maschili in cabina. "Purtroppo ci sono, inutile negarlo, ed è sempre spiacevole accompagnare persone alla porta. Ma questi episodi non hanno cancellato l’amore per il mio lavoro" assicura Janet Tadini, titolare del Centro massaggio Lanna Thai di via San Maurilio.
Si tratta di uno dei primi centri di massaggio thai ad aver aperto a Milano, circa 15 anni fa, con cinque operatrici, "tutte serie e sopra i 38 anni" puntualizza Janet che di anni ne ha 43 e parla benissimo l’italiano, essendo arrivata nel nostro Paese da piccola: "Mia madre è thailandese mentre mio padre è italianissimo". Per diventare operatrice qualificata, Janet è tornata in Thailandia, ha studiato per due anni in una scuola di medicina tradizionale.
"A differenza di altri trattamenti, il massaggio thai adopera mani, dita ma anche gomiti, ginocchia e piedi per stimolare i cosiddetti ‘sen’. La tecnica consiste nell’agire sulle linee energetiche presenti nel corpo umano e su precisi punti di pressione, eliminando eventuali blocchi energetici che affliggono l’organismo. La persona ne ricava una sensazione di grande benessere, equilibrio psicofisico e relax, molto apprezzata dai milanesi stressati. Ma anche l’operatore si ricarica: lo scambio di energia è reciproco" assicura Tadini, che è fra i soci della Federazione italiana Traditional Thai Massage.
Quanto le pesano i pregiudizi su centri di massaggio thailandese? "Molto. Nella cultura thailandese il massaggio è una pratica millenaria effettuata abitualmente in famiglia, come avviene peraltro in Cina. I massaggi sono per uomini ma anche per donne: nel mio centro costituiscono la maggior parte della clientela. Non c’è neppure alcuna barriera di età: lo possono fare gli anziani e persino i neonati. Altro luogo comune: il vero massaggio thai non si fa rimanendo nudi, ma indossando una tuta".
Esistono controindicazioni? "Il massaggio tradizionale non può essere praticato su chi ha avuto un infarto, soffre di pressione alta, in presenza di patologie oncologiche e anche nei primi tre mesi di gravidanza".