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Stefano Moscatelli, capodelegazione del Fai di Como, al teatro alla Scala durante la manifestazione per i cinquant’anni della fondazione
Stefano Moscatelli, capodelegazione di Como, 41 anni, di professione architetto, da undici "volontario" appassionato del Fai, Fondo Ambiente italiano.
Che cosa l’ha spinta ad avvicinarsi a questa realtà? "Ho iniziato nel gruppo giovani del Fai e pian piano ho ricoperto varie posizioni. Mi sono avvicinato a questa realtà con il desiderio, sempre più forte, di mettermi al servizio della mia comunità, e anche di accrescere le mie conoscenze. Il Fai, fra tutte le associazioni che conoscevo, era quella che più rispondeva alle mie esigenze. Una crescita personale che è avvenuta, anzi, direi che è ancora in divenire. Sono stati anni molto intensi, il Fai chiede tanto ma restituisce il doppio. Quindi oggi posso dire al netto di tutto di aver investito molte energie ma molto mi è stato restituito".
Che cosa la rende più orgoglioso come volontario del Fai? "I risultati concreti. Riuscire a restituire alla fruizione pubblica dei Beni culturali. Siamo riusciti, a Cantù, a riaprire i campanili San Michele e Biagio e Santa Maria, e farli conoscere ai miei concittadini. Poi l’altra cosa che mi spinge verso questa forma di volontariato è che ogni volta si riescono a coinvolgere sempre più persone, alcuni con un ruolo già attivo, e con risvolti talvolta sorprendenti per il territorio".
Ma avrà scoperto tutto del territorio comasco, così ricco di ville suggestive e parchi... "E no, non si finisce mai di imparare".
I prossimi cinquant’anni del Fai? "Comunicare sempre meglio il valore dei luoghi, la cultura di un territorio per far innamorare sempre più persone".
Il prossimo progetto? "Creare ulteriori gruppi, essere presenti più capillarmente sul territorio. Eppoi accendere una luce ancora più forte sulla realtà artigianale e industriale. Stiamo lavorando molto sul “saper fare“, abbiamo un territorio molto produttivo, un tessuto di aziende di grande importanza. Per esempio fra le ultime aperture abbiamo proposto la bottega del restauratore di carrozze Enrico Guanziroli, a Cantù. Sono pochi gli artigiani capaci di restaurarle. In passato abbiamo lavorato con Gabel e sono tante le aziende del tessile che vorrebbero raccontarsi".
Che cosa l’ha impressionato del discorso del presidente Marco Magnifico? "Il percorso, è iniziato fra amici e guardi dove siamo. Impressionano i numeri, da alcuni anni i Beni Fai riescono a mantenere una sostenibilità economica, questo dà fiducia nel futuro, nelle persone, e soprattutto ci fa capire che la strada intrapresa è quella giusta". St.Con.