ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

"Io, zio Carlo, nonno Piero e la Saronio" Viaggio nella memoria con un clic

Da una ricerca su Internet la voglia di "riempire vuoti": il libro di padre Masolo, nipote del fondatore dell’azienda

"Io, zio Carlo, nonno Piero e la Saronio" Viaggio nella memoria con un clic

di Alessandra Zanardi

"Io, mio nonno Piero, la Saronio e Melegnano. E quello zio mai conosciuto". Padre Piero Masolo, classe 1978, missionario del Pime, è figlio della primogenita di Piero Saronio, fondatore dell’omonima azienda chimica di Melegnano, che durante il fascismo produceva (nel distaccamento di Cerro al Lambro) arsenico e gas tossici.

Suo zio Carlo Saronio morì durante un rapimento a scopo di riscatto, nel 1975. Nel libro "Ricreare radici", presentato anche in diversi Comuni del Sud Milano, il religioso cerca di scandagliare parte di quegli eventi.

Che cosa l’ha spinta a scrivere il libro?

"In famiglia si è sempre parlato pochissimo dello zio Carlo, e anche del nonno Piero. Quel silenzio è diventato un vuoto da colmare sia per me che per mia cugina Marta, figlia dello zio Carlo, nata dopo la sua morte".

Che cosa ha fatto?

"Per prima cosa, banalmente, ho digitato su Internet Carlo Saronio. Mi si è aperto un mondo. Da lì è iniziato un viaggio nella memoria, che mi ha portato anche ad entrare in contatto con Mario Calabresi, figlio del commissario assassinato nel 1972, e ad incontrare Carlo Fioroni, che organizzò il rapimento di mio zio e, dopo aver pagato il suo debito con la giustizia, si è trasferito a Lille".

Che idea si è fatto di suo zio? "Era un uomo di una vitalità incredibile. Quando è morto aveva solo 25 anni, eppure era laureato in ingegneria, era stato ricercatore negli Stati Uniti, stava per conseguire una seconda laurea, era impegnato in politica e in procinto di diventare padre, benché non lo sapesse ancora.

Cosa pensa dell’ex Saronio, azienda che diede lavoro a centinaia di persone, ma legò il suo nome anche ad inquinamenti ambientali e ad un elevato tasso di tumori tra i suoi operai?

"Mi auguro che il sito militare dell’ex Saronio possa essere bonificato e riqualificato al più presto, come forma di restituzione alla collettività. Grazie alla fondazione Darefrutto, su alcuni terreni agricoli acquistati da mio nonno, nel Pavese, ora cresce il riso biologico e nidificano gli aironi. Il cerchio si è chiuso".