SIMONA BALLATORE
Cronaca

Scuole dell'infanzia e nidi, stop alle iscrizioni 'tardive': chi nasce in estate è fuori

Mamme e papà in ansia. L’assessore: «Non ci sono posti, non possiamo illudere le famiglie»

Asili nido in una foto d'archivio

Milano, 7 giugno 2019 - Le iscrizioni si sono chiuse allo scoccare della mezzanotte del 16 marzo: niente iscrizioni “tardive” quest’anno per i nidi e le scuole dell’infanzia del Comune d Milano. Una doccia gelata per le neomamme e per le future mamme lavoratrici che partoriranno a maggio, giugno e luglio: potranno presentare domanda il prossimo anno per entrare da settembre 2020, quando il pargolo avrà già passato l’anno o dovranno bussare a tate e nidi privati. «Impossibile, lo dicono sempre ma tanto poi le riaprono»: il commento ricorrente di chi non vuole proprio crederci.

Le “tardive” che davano la possibilità di aprire le graduatorie anche a chi nasceva dopo il 31 maggio non sono un obbligo di legge, nei piccoli Comuni sono sempre state un miraggio, ma a Milano erano ormai consuetudine. «Lo abbiamo fatto finché i numeri lo hanno permesso - ripetono da Palazzo Marino - ma anche se le aprissimo quest’anno non ci sarebbero i posti». Perché le graduatorie scorreranno (a fine giugno è previsto il primo aggiornamento) e ci saranno rinunce, ma sono ben 2.300 i bimbi oggi in attesa di un nido. Sono stati accolti per ora 5.223 nuovi piccoli, 4.367 i confermati. Alla fine del 2018, dopo l’ultimo scorrimento delle graduatorie riferite al 2018/2019, le liste d’attesa si erano ridotte a circa 680 bimbi. «Siamo stati gli unici a rendere possibili le iscrizioni tardive gli anni scorsi con la speranza di inserire tanti piccoli come ci piacerebbe - spiega l’assessore all’educazione Laura Galimberti - purtroppo il desiderio si scontra con la realtà dei fatti: anche se riaprissimo le graduatorie non ci sarebbero posti. E sono dispiaciutissima. Ogni anno con le “tardive” arrivavano una media di altre 900 e rotte domande, ne entrava il 15%, non numeri significativi. Quest’anno i posti sono già saturi, soprattutto per i lattanti, sarebbe stato illudere le famiglie».

Liste d’attesa più lunghe, meno posti a disposizione. «Abbiamo due temi - continua l’assessore - aumentano le disabilità, anche nei nidi, e non possiamo non tenerne conto. Dobbiamo tenere le classi più leggere per legge. Abbiamo aperto un tavolo anche con Ats e Regione su questo». Nonostante il calo demografico italiano poi nella Milano del lavoro le iscrizioni sono in aumento, soprattutto per le classi dei lattanti. «I nidi statali non esistono, nonostante il decreto legislativo 0-6 che riconosce il valore educativo nella fascia 0-3 oltre alla conciliazione vita-lavoro - continua l’assessore -. Il bonus della Regione non permette di ampliare la platea delle famiglie che possono accedere al servizio dei nidi. Qualcuno ci aiuti ad aumentare il numero di posti, anche una semplificazione delle regole regionali ci aiuterebbe». Intanto però alle mamme che non cercano un’alternativa, convintissime del dietrofront, arriva un messaggio chiaro: «Potremmo farlo solo se il numero di rinunce fosse consistente e sarebbe davvero strano. Non possiamo creare illusioni».