In due per 91 giorni nel nord della Groenlandia per studiare gli impatti piscologici dell’isolamento sociale, come avvenuto durate il lockdown a causa del Coronavirus. Si chiama Lunark e mira a esplorare come potremo sopravvivere sulla Luna, ma anche come potremo viverci nel futuro, in vista della missione Nasa nel 2024. Nel team di ricerca oltre al docente di psicologia dell’università del Surrey, Patrice Rusconi, al capo psicologo dello spazio della Saga Space Architects, Konstantin Chterev anche il professore di Psicologia sociale della Bicocca, Paolo Riva.
Lo studio ha lo scopo di aiutare a migliorare il benessere psicologico degli astronauti che intraprendono future missioni a lungo termine nello spazio per lunghi periodi di confinamento e isolamento come quanto successo con la pandemia da Covid-19. Da settembre Sebastian Aristotelis e Karl-Johan Sørensen, della Saga Space Architects, vivranno all’interno di una struttura, progettata da loro stessi, nella Groenlandia settentrionale, un luogo che riflette il difficile ambiente lunare, comprese le temperature gelide. La struttura è ermetica, portatile, pieghevole e autosufficiente ed è stata progettata per non lasciare traccia nell’ambiente. "È anche per me una novità - commenta il docente di Psicologia sociale della Bicocca, Paolo Riva -. Per 91 giorni risponderanno alle nostre domande. Aristotelis e Sørensen saranno per tutto il periodo senza nessuna connessione ad Internet, avranno un telefono satellitare d’emergenza". Lo spazio all’interno della struttura è molto piccolo "ma ciascuno di loro ha un ambiente privato - spiega Riva -, sarà interessante osservare quanto i due interagiranno. Questo studio ci consentirà di esplorare la successione di pensieri, emozioni e strategie che potranno essere utilizzate per gestire i periodi di deprivazione sociale". I due potranno mandare ogni settimana un messaggio ma non potranno ricevere alcuna risposta. "Il progetto Lunark offrirà un’opportunità unica per studiare gli effetti dell’isolamento sociale estremo - sostiene il docente della Bicocca -. Noi sappiamo benissimo che le connessioni online possono svolgere una funzione importante". I 91 giorni non saranno facili: "Oggi sappiamo che l’isolamento sociale predice in modo molto forte un peggioramento della salute mentale. Alcuni esempi riguardano i clochard che soffrono all’interno di mura sociali, e i detenuti che invece provano lo stesso disagio all’interno di mura fisiche. In generale dovrei aspettarmi questo, essendo noi esseri umani una specie che si è evoluta per stare in gruppo. Nel nostro cervello quando ci sono minacce all’inclusione, in automatico ci imponiamo di fare qualcosa.
Essendo questa situazione così particolare in realtà è molto difficile fare previsioni. Inoltre loro non sono individui singolarmente isolati ma sono in due". Nel futuro questi tipi di studi si moltiplicheranno alla ricerca di quel "numero magico" di individui adatti ad evitare ripercussioni psicologiche. "Lo studio degli effetti dell’isolamento sull’essere umano è una ricerca molto attuale e si apre a possibilità di utilizzo anche per altri settori, ad esempio, se pensiamo agli effetti delle misure restrittive adottate in molti paesi come conseguenza della pandemia di Covid-19 - aggiunge Patrice Rusconi, docente di psicologia all’università del Surrey -. È uno studio che guarda al futuro e fa eco al rinnovato interesse per l’esplorazione dello spazio".