ANDREA GIANNI
Cronaca

Jacobs spiato dal fratello di Tortu: l’indagine che scuote l’atletica. Il campione: “Credo all’estraneità di Filippo, ma sono triste”

Il caso cyber-dossieraggi. L’accusa per il manager del velocista è di concorso in intercettazioni abusive. L’oro nei 100 metri a Tokyo: “Sono preoccupato che qualcuno abbia potuto controllare i miei cellulari”

Marcell Jacobs, 30 anni, e Filippo Tortu (a destra), 26 anni, alle Olimpiadi di Parigi

Marcell Jacobs, 30 anni, e Filippo Tortu (a destra), 26 anni, alle Olimpiadi di Parigi

MILANO – L’elenco degli indagati nell’inchiesta sul “gruppo di via Pattari”, le presunte cyber-spie che facevano capo alla società Equalize dell’autosospeso presidente di Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali, si allunga. Risulta infatti indagato per concorso in intercettazioni abusive, in un filone dell’inchiesta dei carabinieri di Varese coordinata dal pm di Milano Francesco De Tommasi, anche Giacomo Tortu, fratello e manager di Filippo Tortu, velocista brianzolo oro olimpico a Tokyo 2020 nella 4x100. Giacomo Tortu è accusato di aver commissionato un dossieraggio illecito ai danni di Marcell Jacobs, che in Giappone vinse due ori.

E proprio il velocista ha detto di essere triste per questa vicenda: “Credo a Filippo Tortu, quando dice di essere estraneo alla vicenda che coinvolge il fratello Giacomo. Detto questo, che qualcuno abbia potuto spiare i miei cellulari mi rattrista e mi preoccupa. Mi sarei aspettato la solidarietà della Fidal”. Una spy-story emersa da un interrogatorio reso agli inquirenti dall’ex superpoliziotto e amministratore delegato della Equalize Carmine Gallo: Giacomo Tortu, a suo dire, gli avrebbe chiesto di avere informazioni sugli esiti di analisi del sangue e su contenuti di telefonate e chat tra Jacobs e il suo staff, tra cui l’allenatore e il nutrizionista. Una richiesta che sarebbe stata avanzata a settembre 2020. E si sarebbero attivati per portare a termine l’incarico l’hacker Gabriele Pegoraro e Lorenzo Di Iulio, anche loro indagati.

Giovedì, quando è emerso l’affaire che ha scosso il mondo dello sport, lo sprinter azzurro Filippo Tortu era intervenuto negando ogni coinvolgimento, confidando che “i fatti siano chiariti al più presto”. E Jacobs ha dato “mandato al suo avvocato di valutare i profili legali, come possibile parte lesa”. La Federazione italiana di atletica leggera (Fidal) chiederà intanto alla Procura di poter acquisire le carte per svolgere accertamenti. Il presidente Stefano Mei aveva espresso solidarietà a Jacobs, ma il passaggio, nel servizio mandato dal Tg1, è stato tagliato. Una maxi-inchiesta, quella sulla Equalize, che si è intrecciata pure con l’indagine sulla presunta violenza sessuale contestata, dopo la denuncia di una 22enne, al figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, Leonardo Apache, e a un amico.

La procuratrice aggiunta Letizia Mannella e la pm Rosaria Stagnaro, titolari del fascicolo sulla presunta violenza, hanno infatti acquisito i verbali dell’interrogatorio di Samuele Calamucci, uno degli hacker finiti ai domiciliari per associazione a delinquere. Verbali ora al centro di ulteriori approfondimenti.

Calamucci avrebbe parlato, come altri indagati, dei colloqui che c’erano tra La Russa e Pazzali (amici di vecchia data) ma avrebbe collocato quella chiamata sul caso del terzogenito dell’esponente di FdI a un periodo in cui la vicenda era già emersa dai media. Stessa tempistica, sempre da quanto riferito in Procura, per la telefonata tra un militare e Pazzali e che non sarebbe stata fatta nell’interesse di La Russa. Dai tabulati acquisiti, poi, non risultano contatti La Russa-Pazzali il 19 maggio di due anni fa, nelle ore successive alla violenza sessuale. Quel giorno, come era già emerso nei mesi scorsi dalle intercettazioni agli atti dell’inchiesta, gli hacker della Equalize avrebbero effettuato alcune misteriose ricerche, su richiesta di Pazzali, proprio sui figli del presidente del Senato. Che, da parte sua, ha negato di aver mai parlato con Pazzali della vicenda che coinvolge il figlio.