ANDREA GIANNI
Cronaca

Jessica Faoro, massacrata con 85 coltellate. Uno spettacolo racconta la sua tragedia

Il monologo al Festival della letteratura: lasciata sola come migliaia di giovani invisibili fuori dalle comunità. Il suo aguzzino condannato all'ergastolo

Jessica Faoro

Milano - Chi era Jessica Faoro? "Una ragazza sola e senza guida, che si era fatta da madre e padre allo stesso tempo, come migliaia di altri giovani invisibili che una volta compiuti i 18 anni escono dalle comunità e vengono lasciati allo sbando". La poetessa Mara Venuto porterà per la prima volta a Milano il suo monologo “N.N.“ dedicato alla figura di Jessica, la 19enne massacrata il 7 febbraio 2018, con 85 coltellate, dal tranviere Alessandro Garlaschi. Uccisa solo per aver respinto le avance dell’uomo di 43 anni che la ospitava nella sua casa in via Brioschi.

Il passato tormentato

La ragazza aveva un passato duro alle spalle. Tolta da bambina a una famiglia con problemi, passata di affido in affido, fragile, a lungo in comunità. Una gravidanza a 15 anni, una bimba data in adozione. "Non si può tornare indietro ma io vorrei solo che la morte di mia figlia non fosse inutile – spiega il padre, Stefano Faoro –. Questa tragedia deve servire per aiutare altri ragazzi come lei, per colmare il vuoto tra genitori e figli, anche attraverso progetti nelle scuole. Mia figlia è la vittima innocente dei tanti errori che abbiamo commesso, a tutti i livelli".

Anche la testimonianza di Stefano Faoro è stata raccolta dalla poetessa Mara Venuto per ricostruire la storia di Jessica. Si aggiunge a quella di educatrici delle comunità, di amici, di un maestro di musica che l’aveva spinta a coltivare il suo talento per il canto. Il monologo andrà in scena sabato 13 maggio nel Centro Culturale Asteria, nell’ambito del Festival Internazionale di Letteratura di Milano diretto da Milton Fernández. A dare voce alla vittima, ai suoi sogni spezzati e alla sua lotta per sopravvivere e per trovare un lavoro, fino al tragico epilogo, sarà l’attrice Sarah Macchi.

Una tragedia condivisa

"Jessica è cresciuta senza vendersi e senza elemosinare, un’erba spuntata ai bordi della strada, venuta su con la pioggia e il vento, strappata senza riguardo come valesse niente, da chi avrebbe potuto proteggerla", scrive l’autrice. "In Italia ogni anno migliaia di ragazzi compiono 18 anni ed escono dalle comunità – spiega – rimanendo nell’abbandono, senza la possibilità di costruirsi una vita autonoma. Quando viene meno una rete familiare emergono tutte le lacune dei servizi sociali, il monologo su Jessica ha anche l’obiettivo di sollevare l’attenzione su questo tema". Garlaschi, intanto, sta scontando la condanna definitiva all’ergastolo per un delitto commesso, scrive la Cassazione, "con estrema lucidità" dopo che Jessica, stanca delle continue avance, aveva deciso di andarsene dalla sua casa. Garlaschi cercò anche di bruciare il cadavere, ultimo sfregio a una delle tante ragazze invisibili sulle strade di Milano.